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Il caso

Vaccini, «L’emendamento della Lega al Senato è un passo indietro che minaccia la sicurezza pubblica»

Il Consigliere regionale pugliese Pier Luigi Lopalco attacca pesantemente la proposta

Pier Luigi Lopalco

Pier Luigi Lopalco

«La Lega di Salvini, a cui tutto piace tranne che occuparsi della sicurezza dei cittadini, ha presentato al Senato un emendamento al decreto liste d’attesa per cancellare l’obbligo vaccinale per i minori di 16 anni e chiedere il non impedire l’ingresso a scuola dei bambini non immunizzati contro morbillo, rosolia, parotite e varicella. Vergognoso».

L'immunologo e Consigliere regionale pugliese Pier Luigi Lopalco, non usa parafrasi e attacca pesantemente la proposta avanzata in Senato che metterebbe a rischio l'avvenuta immunità di gregge per queste malattie.

«Inoltre - prosegue -, nel presentare il suo emendamento, il senatore Borghi ha sostenuto che la legge sull’obbligo vaccinale non ha sortito alcun effetto positivo e che presenta elementi di incostituzionalità. Due bugie in un unico comunicato che, francamente, mi sembrano troppe persino per uno navigato come luiLa legge, al contrario di quanto sostiene la Lega, ha avuto i suoi effetti, eccome, e sono stati ampiamente documentati da studi dell’istituto Superiore di Sanità. Inoltre, la Corte Costituzionale, sollecitata dai no vax, si è espressa in maniera chiara sancendo l’aderenza della legge al dettato costituzionale. Niente scuse allora.

Un tema tanto importante non può e non deve essere utilizzato come argomento da tifoserie. Non lo è. Né possiamo accettare che si metta in dubbio la fiducia nella ricerca per ottenere qualche titolo sui giornali, qualche like in più o maggiore consenso presso gli avversi ai vaccini. Ci auguriamo pertanto che l’emendamento non passi, per il bene dei nostri bambini e per la tutela della salute pubblica, e chiediamo a questo Governo di lanciare un segnale chiaro e di insistere con l’obbligo vaccinale. È l’unico modo per riportare l’Italia alla copertura necessaria a garantire il benessere di tutti, soprattutto dei più deboli».

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