Notizie
Cerca
Il Siderurgico
20 Giugno 2024 - 15:14
L'ex Ilva
E' decisa la reazione dei sindacati alla nuova richiesta di cassa integrazione presentata da Acciaierie d'Italia, con numeri "pesanti" in particolar modo per lo stabilimento di Taranto.
«Rispediamo al mittente la richiesta di cassa integrazione straordinaria per i lavoratori di Acciaierie d’Italia. Non si è mai vista una cassa integrazione non legata a un piano industriale, ma alla durata del commissariamento» ha dichiarato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. «È assurdo - continua - passare da una richiesta di cassa integrazione per 3.000 persone a una richiesta per 5.200, quindi dal 30% a oltre il 50% dei lavoratori. A Taranto quasi il 60% dei lavoratori sarà in cassa integrazione, ci saranno più lavoratori a casa che in fabbrica, è intollerabile. Da febbraio aspettiamo la risalita produttiva, i mille interventi di manutenzione previsti con il rientro a lavoro di tutti i manutentori, gli investimenti e il riavvio degli impianti e invece oggi siamo con una produzione al lumicino, impianti fermi, l’aumento della cassa integrazione e solamente un altoforno su tre in marcia. Come se non bastasse oggi arriva questa richiesta assurda che porterebbe alla chiusura totale dell’ex Ilva». «Da tempo - sostiene Palombella - denunciamo una situazione che non è più sostenibile e il pericolo che corrono le migliaia di lavoratori e tutti gli stabilimenti. Non conosciamo ancora nemmeno il piano industriale. Come è possibile conciliare la vendita di Acciaierie d’Italia con tutto questo? Cosa mette il Governo sul mercato, la cassa integrazione o un piano industriale credibile e con i giusti investimenti? Per quanto ci riguarda, questa richiesta di cassa integrazione rappresenta un disastro sociale, ambientale, occupazionale e produttivo. Chiediamo immediatamente una convocazione del tavolo permanente aperto a Palazzo Chigi con la presenza della presidente Meloni».
Rocco Palombella
Dalla Fim Cisl, il segretario nazionale Valerio D’Alò evidenzia come «visti gli attuali livelli di produzione e la richiesta di confronto che avevamo richiesto, da tempo, all’azienda rispetto alla cassa integrazione, non ci stupisce l’invio della nuova procedura di Cassa da parte di Acciaierie d’Italia, in ritardo anche rispetto ai tempi che avevamo immaginato. I numeri – continua - necessitano quanto prima possibile l’avvio di un confronto con il sindacato, perché abbiamo già posto sia all’Azienda che al Governo alcune necessità per noi imprescindibili a partire da turnazioni che rispettino leggi e contratti, come pure la salvaguardia e tutela degli impianti e molte delle altre esigenze di carattere produttivo che devono essere discusse con noi. Non lasceremo – conclude il segretario Fim – che la cassa integrazione sia gestita nello stesso stile e modalità della “gestione Morselli” – e come Fim faremo tutto perché ai lavoratori possa essere riconosciuto un ristoro maggiore possibile rispetto alla Cassa Integrazione».
Valerio D'Alò
«La richiesta, comunicata da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, di avvio della cassa integrazione per 5.200 lavoratori dell’ex Ilva viola gli impegni presi per la ripartenza» dice Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom Cgil. «Il raddoppio della cassa integrazione è ingiustificabile dal momento che dobbiamo affrontare le manutenzioni ordinarie e straordinarie, e non la fermata della produzione di acciaio. La Presidente del Consiglio e i Ministri competenti si assumano le loro responsabilità e convochino le organizzazioni sindacali e i commissari straordinari per un confronto che rimetta al centro un asset fondamentale per l’industria del Paese. Come Fiom Cgil vogliamo discutere di lavoro e di un piano di ripartenza che garantisca prospettive per la produzione, l’occupazione, la salute e la sicurezza e l’ambiente».
Loris Scarpa
Molto critica anche Usb: «Di fronte alla richiesta di cigs per 5200 lavoratori, distribuiti su tutti i siti siderurgici ex Ilva, con picchi superiori al 50% su Taranto e Genova, non possiamo che dissentire in maniera netta ed inequivocabile. Sorge spontanea la domanda: quale piano di rilancio si pensa di realizzare con queste prospettive e con questi numeri? Quale tipo di attività si può portare avanti riducendo ai minimi termini la forza lavoro in attività all’interno degli stabilimenti? Rileviamo una incoerenza gigantesca tra quanto annunciato a Roma meno di un mese fa con la presentazione del piano di Ripartenza e Rilancio con i numeri presenti nella procedura di Cigs. Partendo da questi numeri e in assenza di garanzia per i lavoratori, sarà complicatissimo raggiungere un accordo al prossimo tavolo di confronto, di cui attendiamo convocazione. Il Governo sia pienamente consapevole dell’insostenibile sacrificio al quale sta chiamando ancora una volta i dipendenti dell’acciaieria, e ponga rimedio a questa decisione ferale che ci vede fermamente contrari» si legge in una nota.
I più letti
Testata: Buonasera
ISSN: 2531-4661 (Sito web)
Registrazione: n.7/2012 Tribunale di Taranto
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Piazza Giovanni XXIII 13 | 74123 | Taranto
Telefono: (+39)0996960416
Email: redazione.taranto@buonasera24.it
Pubblicità : pubblicita@buonasera24.it
Editore: SPARTA Società Cooperativa
Via Parini 51 | 74023 | Grottaglie (TA)
Iva: 03024870739
Presidente CdA Sparta: CLAUDIO SIGNORILE
Direttore responsabile: FRANCESCO ROSSI
Presidente Comitato Editoriale: DIEGO RANA