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Marina Militare
27 Marzo 2024 - 07:08
Arsenale Taranto
Le Giornate del Fondo Ambientale Italiano di Primavera 2024 hanno lasciato il segno. A Taranto grande successo per la scelta sull’ Arsenale Militare Marittimo di Taranto, che ha aperto ufficialmente le porte alla cittadinanza. Ci accoglie all’ingresso la postazione del FAI delegazione di Taranto, con la segretaria Carmela Schinaia che ci parla delle Giornate FAI di Primavera e del fitto programma del percorso gestito dalle guide FAI.
Abbiamo potuto constatare la straripante affluenza di visitatori. Per il percorso, abbiamo avuto l’opportunità di avere una guida d’eccezione, il direttore dell’Arsenale Militare Marittimo, l’Ammiraglio Ispettore Pasquale de Candia che ci ha guidato con attenzione e grande entusiasmo. Abbiamo iniziato il percorso salendo su per le scale del Palazzo della Direzione, si proprio quello dell’Orologio che ha scandito per anni l’orario di ingresso delle maestranze e degli stessi militari, quell’orologio che poi si affaccia su via Dia Palma e l’accarezza in tutta la sua lunghezza fino a Piazza Maria Immacolata. E’ straordinario poter vedere finalmente tutta via di Palma dalla parte dell’orologio verso il ponte girevole. Ed arriviamo al terzo piano dove è collocato l’antico meccanismo che da vita all’orologio e regola ancora oggi il tempo ed i ritmi di lavoro dell’Arsenale. Un meccanismo originale che ha 135 anni, tanti come quelli dell’Arsenale. E c’è un uomo che da vent’anni cura la sua impeccabile manutenzione, provvede alla sua “ricarica” ogni 48 ore, lo mantiene in perfetta forma, è Giovanni Aprea, l’uomo responsabile dell’orologio.
Arsenale Taranto
Ma visitiamo anche l’ufficio del direttore tra decine di cimeli, crest della Marina italiana ed anche delle Marine estere (bellissimi quelli inglesi), il ritratto di Benedetto Brin (Torino 1833 - Roma 1898: ingegnere, ammiraglio ispettore del Genio Navale, Ministro della Marina in 6 mandati e Ministro degli Esteri), i mobili d’ufficio originali dell’epoca, disegnati e realizzati dalle maestranze del Regio Arsenale. Ci soffermiamo con l’Ammiraglio anche davanti all’ orologio marcatempo, completamente meccanico e ancora funzionante: un pezzo di storia che ricorda migliaia di operai che, per anni, hanno marcato l’ingresso alle 7 del mattino e, a quei tempi anche l’uscita, dopo l’immancabile caratteristico e puntuale fischio della sirena. Usciamo e ci avviciniamo, passando il “ponte dei sospiri”, un ponte aereo in ferro che ci collega alla palazzina ex UST, sede della storica Biblioteca con più di tremila volumi storici e tecnici, di cui moltissimi in lingua straniera e con leggi e decreti originali del 1880 rilegati dalla tipografia dell’Arsenale.
Nei corridoi della palazzina anche pregevoli grandi opere scultoree, sempre realizzate dalle maestranze dell’Arsenale in epoca immediatamente post bellica. Sul percorso notiamo gruppi di visitatori gestiti ordinatamente da tante guide FAI e tanti ragazzi volontari, in gran parte studenti del Liceo Archita, del Liceo Battaglini e del Liceo Ferraris: hanno studiato a fondo la storia dell’Arsenale e sono riusciti perfettamente nel loro ruolo di “apprendisti ciceroni”. Insomma il grande successo di visitatori è stato “uno spettacolo nello spettacolo” in questa splendida domenica di marzo. Scendendo dalla palazzina ci affacciamo sullo scenario del restauro finale del bacino Benedetto Brin, un restauro lungo ma realizzato con grande cura al ripristino della struttura, pietra su pietra, mattone su mattone, riportandola alla sua costruzione primordiale. Un pezzo di storia. Il bacino Brin infatti fu inaugurato nel 1889 insieme al primo nucleo dell’arsenale, e solo dopo 132 anni di attività è stato oggetto di lavori di ristrutturazione, consolidamento e ammodernamento. In definitiva va completandosi il “processo di modernizzazione” del prestigioso stabilimento tarantino, fortemente voluto dal Comando Logistico della Marina. Grazie a questo processo, infatti, molte storiche officine sono state oggetto di grandi lavori di trasformazione per allinearsi alle nuove tecniche di manutenzione e garantire gli interventi sui nuovi apparati montati sulle moderne unità navali. L’Arsenale di Taranto sta cambiando configurazione, da stabilimento di lavoro a moderna industria per le attività manutentive della flotta militare e delle relative avanzatissime apparecchiature e sistemi. L’Arsenale militare marittimo di Taranto, rappresenta perciò un “patrimonio da preservare” e su cui investire, per assicurare i compiti che la Marina Militare è istituzionalmente chiamata ad assolvere.
Arsenale Taranto
Nel percorso FAI non poteva certo mancare la Mostra Storica Artigiana (Mo.S.A.) inaugurata nel 1979 è ubicata all’interno di un edificio che fa parte del primo gruppo dl costruzioni dell’Arsenale. Qui abbiamo assistito ad un racconto dettagliato del difficile recupero in mar Piccolo della corazzata Leonardo da Vinci, (la famosa “nave capovolta”), capolavoro di ingegneria navale realizzato nel 1922. A questo recupero si è ispirato il recupero e raddrizzamento della nave crociera Concordia. Insomma l’Arsenale anche in questo ha fatto scuola (con un anticipo di 100 anni). Tra i tanti cimeli esposti spiccano il timone della nave Cristoforo Colombo e il suo specchio di poppa in legno intagliato. Abbiamo potuto ammirare anche vari modelli in scala di antiche navi a vela e di navi di epoca moderna, diverse delle quali costruite in Arsenale (Nave Puglia, Nave Quarto, il traghetto Messina, e altri).
Della Nave Puglia, in particolare, la prima costruita in Arsenale, abbiamo visto alcuni dei disegni originali, oltre alle foto dell’impostazione e del varo, avvenuto nel 1898. L’Arsenale ha annoverato anche talenti artistici e tecnici: prove ne sono i busti in gesso e in bronzo del Duca degli Abruzzi, dell’Ammiraglio Brin, dell’Ammiraglio Acton e del Generale Vallone, modellati e fusi nell’officina fonderia, così come le riproduzioni dl alcuni cannoni del XVIII Secolo. Il simulacro del “Siluro a Lenta Corsa” (il celebre “maiale”) testimonia le grandi imprese della Regia Marina durante la II Guerra Mondiale, legate ai nomi indimenticabili di Teseo Tesei e degli uomini della 10^ Flottiglia MAS. Adiacente alla mostra si estende la grande “sala a tracciare” che ha rappresentato per lunghi anni il cuore della costruzione navale. All’interno sono esposte antiche macchine da lavoro ed una piccola collezione di armi da guerra. Ma la sorpresa più recente è rappresentata da un originalissimo abito da sposa confezionato con tela di paracadute nel 1944, indossato a suo tempo dalla sposa Angela Maria Zigrino e donato all’Arsenale MM di Taranto dai figli Luigi, Immacolata e Lucia Pavese con il supporto di un antico manichino in legno donato dalla Boutique Liviana. Dalla “sala a tracciare” siamo passati alla visita del bunker, un rifugio antiaereo a protezione delle persone durante gli attacchi aerei in periodo di guerra, aperto per la prima volta nel giugno del 2023, in occasione della festa della Repubblica e della Marina Militare.
Arsenale Taranto
All’interno, originali installazioni dell’ ANMI, l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia: fotografie e manifesti d’epoca (anni ’30 e ’409 ed una collezione di crest delle navi Seconda Guerra Mondiale, di sommergibili e della Regia Marina illustrati da Michele Tocci dell’ANMI di Castrovillari. Abbiamo potuto vedere anche alcuni cimeli appartenenti al Comandante Todaro come la ‘sciabola’ ed il ‘cappello di navigazione’. Usciti dal bunker, infine, abbiamo potuto ammirare l’esposizione della locomotiva storica Gr 835 327 che percorreva l’antica ferrovia di servizio che dal Mar Piccolo, passando anche per Buffoluto, arrivava fino all’Arsenale. Qui ci ha fatto da guida Fabrizio Serrano Presidente dell’Associazione Treni Storici Puglia Onlus, nata a Taranto nel 2003 per gestire insieme a Trenitalia Spa il parco dei rotabili storici. Nel corso di 21 anni, l’Associazione ha acquisito un vasto patrimonio di conoscenze tecniche e storiche sui rotabili ferroviari, promuovendo convegni e conferenze e manifestazioni ferroviarie. Nel corso degli anni sono stati restaurati e resi efficienti 46 mezzi, sottraendoli alla demolizione.
La locomotiva a vapore Gr 835 327 fu prelevata nel 2007 in condizioni disperate dall’Arsenale MM di Taranto e portata presso il Deposito Locomotive di Taranto dove fu attentamente restaurata. Nel 2021 la locomotiva a vapore è ritornata presso il suo luogo naturale, in Arsenale. Qui, dopo due ore di grandi emozioni, finisce il nostro “percorso FAI” in Arsenale. L’Ammiraglio de Candia è stato un testimonial eccezionale, così come le guide FAI e tutto il personale distribuito logisticamente lungo il percorso. Abbiamo potuto vedere cose inedite e forse scoperto qualche segreto in più. L’Arsenale è davvero un patrimonio della città di Taranto. Un pezzo importante della sua storia. L’Arsenale di Taranto è un Arsenale di grande potenzialità per la quantità e la qualità del personale impiegato, per la con sistenza e la funzionalità delle infrastrutture, degli impianti e dei mezzi ed attrezzature di lavoro in dotazione. Fa parte dell’area Tecnica-Industriale della Difesa (di cui rappresenta, con i quasi 2400 dipendenti civili, l’Ente anche numericamente più importante) e i suoi compiti consistono principalmente nell’assicurare il supporto e l’efficienza delle Unità Navali, secondo un programma annuale di soste lavori e di interventi che viene proposto dallo Stato Maggiore, concordato ed approvato dall’Ispettorato Navale Logistico Per i particolari compiti ad esso devoluti, l’Arsenale, oltre a rappresentare uno stabilimento di lavoro vero e proprio, costituisce una struttura tecnico-logistica di grande rilievo. Infatti, dovendo assicurare la disponibilità e la prontezza operativa delle Navi della Marina Militare Italiana, non solo interviene per la manutenzione e la riparazione di apparati ed impianti dal contenuto tecnologicamente elevato, ma provvede anche al complesso e significativo supporto necessario ad una nave ai lavori (erogazione di aria compressa, acqua, energia elettrica, disponibilità di mezzi di trasporto e di sollevamento, bacini di carenaggio, ecc.); al controllo delle lavorazioni eseguite a bordo dall’industria privata, all’acquisto di materiali e componenti destinati alle Unità Navali. Intanto nei giorni scorsi, Nella bellissima piazza d’Armi del Castello Aragonese, grandiosa opera militare della seconda metà del quattrocento, si è svolta la cerimonia del “Cambio della Guardia” al Comando interregionale della Marina Militare a Taranto.
L’avvicendamento è avvenuto tra l’ammiraglio di divisione Flavio Biaggi e l’ammiraglio di divisione Vincenzo Montanaro, alla presenza di un fitto parterre di autorità e rappresentanti istituzionali della politica e della comunità pugliese e cittadina. Presente all’evento il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe Berutti Bergotto. L’ammiraglio Flavio Biaggi ha guidato il Comando Interregionale Marittimo Sud sin dal dicembre 2022, ora andrà a dirigere il Comando interregionale Marittimo Nord. L’ammiraglio Vincenzo Montanaro, invece, proviene dalla sede di Napoli, dove a marzo ha lasciato l’incarico di Capo di Stato maggiore del Comando Logistico della Marina Militare. Abbiamo avuto modo di intervistare l’ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, l’ammiraglio Flavio Biaggi e l’ammiraglio Vincenzo Montanaro. «La Marina vede Taranto come una delle basi principali della della nostra flotta», dice l’ammiraglio Berutti Bergotto.
«Tenete conto che la posizione geografica dell’Italia e di Taranto in particolare è quella che ci permette di essere subito nelle aree dove noi dobbiamo assicurare la sicurezza della navigazione e quello che sta succedendo ci ci fa capire quanto è importante avere un mare sicuro per la nostra economia nazionale che è basata sul mare sia per l’import che l’export». Taranto, ha aggiunto Berutti Bergotto, è coinvolta a pieno titolo nel programma Basi Blu: «Noi abbiamo un un progetto nazionale che che prevede il rimodernamento di tutte le nostre basi principali, Taranto è una di quelle che è inserita in questo progetto e e devo dire che Taranto è la prima che che ha le prime attività in corso. Il progetto prevede di di rifare una base navale, quella nel Mar Grande, che sia aggiornata con i tempi e e soprattutto che possa ospitare tutte le navi della Marina Militare di prossimo ingresso nella flotta: mi riferisco al Trieste, ad altri Ppa, ai pattugliatori, alle frem. La flotta della Marina si sta adeguando come numeri e stiamo sostituendo delle unità che sono ormai datate le nuove unità hanno hanno bisogno di di una base logisticamente e tecnologicamente avanzata». Flavio Biaggi ha evidenziato come «Non è mancata sicuramente la commozione per lasciare questa questo prestigioso incarico e questa bellissima città che sicuramente mi mancherà, come mi mancheranno i tarantini che mi hanno dato tanto affetto e tanta ospitalità. Accolgo questa nuova sfida con piacere ma lascio parte del mio cuore qui a Taranto».
L’ammiraglio di divisione Vincenzo Montanaro ha evidenziato, da parte sua: «Sono di questa città sono estremamente contento e e credo che anche aver avuto differenti esperienze sia formativo perché poi ti dà una una visione generale e cerchi di di mettere tutto a disposizione per coordinare i comandi che sono sul territorio ma anche per rappresentare dei degli interlocutori affidabili nei confronti delle istituzioni e della città. Io - continua - ho avuto la possibilità di lavorare l’ultimo anno presso il comando logistico quindi ho visto ho toccato con mano le progettualità che sono indirizzate verso il territorio e basi blu sebbene iniziata un po’ più nel passato e rappresenta una delle principali attività che coinvolgeranno questa questa città con generazione di indotto e con la possibilità anche di ampliare la nostra base navale, portare nuove unità, che saranno nuova tecnologia e quindi anche nuovo personale il suo discorso». Il legame tra la Marina e Taranto rimane fortissimo «Sono più di 140 anni che la Marina è aperta nei confronti della città di Taranto. Questo è un argomento che non è mai stato in discussione, né in parte centrale né periferica».
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