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Tribunale di Brindisi

Morte in Rianimazione a Taranto, eseguita l’autopsia per capire cause e responsabilità

Le indagini sul decesso di Antonio Picciolo lo scorso 9 gennaio

L'Ospedale Ss. Annunziata di Taranto

L'Ospedale Ss. Annunziata di Taranto

Nominati i due consulenti tecnici d’ufficio che cercheranno di capire se ci sono state eventuali responsabilità sanitarie nel decesso di Antonio Picciolo, il 39enne morto il 9 gennaio scorso nel reparto di Rianimazione di Taranto.

Antonio Picciolo stava lavorando come steward in una discoteca locale quando, verso le 23.30 di sabato 6 gennaio, ha accusato un forte mal di testa. I presenti hanno chiamato il 118 e gli hanno prestato le prime cure. Poi la corsa all’ospedale di Brindisi, la Tac, la scoperta di un’emorragia cerebrale, e il trasferimento, alle 4.40 del mattino, all’ospedale di Taranto dove è morto il 9 gennaio. 

L’udienza si è tenuta questa mattina, alle 8.30, presso il Tribunale di Brindisi. Il pubblico ministero Francesco Carluccio, titolare del fascicolo aperto per omicidio colposo in ambito sanitario (per ora contro ignoti), ha nominato quali propri consulenti tecnici i dottori Biagio Solarino e Luigi Chiumarulo che hanno poi eseguito l’autopsia. I quesiti dell’incarico sono legati alla morte di Antonio Picciolo: i consulenti dovranno, cioè, capire qual è stata la causa, o le cause, e se ci sono state delle condotte omissive da parte dei medici che abbiano provocato o concorso a provocare il decesso del paziente.

La famiglia Picciolo, nel frattempo, si è rivolta a Giesse Risarcimento Danni di Brindisi che, proprio questa mattina, tramite i suoi legali fiduciari, ha nominato un consulente di parte.

“È ancora troppo presto per dire qualcosa – commenta Giuseppe Vacca, referente di Giesse –. La cosa importante, al momento, è dare risposte certe ai familiari per la morte di Antonio che ha lasciato un dolore e un vuoto inimmaginabili”.

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