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La vertenza

Cittadella della Carità, serve la task force

La Fials chiede l'intervento della Regione e della Curia. «160 posti a rischio»

L'esterno della Cittadella della Carità

L'esterno della Cittadella della Carità

Con una missiva inviata alla Regione Puglia, la FIALS Taranto, il sindacato maggiormente rappresentativo all’interno della Fondazione Cittadella della Carità, ha chiesto l’attivazione della Task Force regionale per l’occupazione (Comitato SEPAC) per affrontare la possibile grave crisi occupazionale che si verrebbe a determinare in caso di effettiva perdita degli accreditamenti da parte della struttura.

«Alcune notizie trapelate dagli uffici regionali, sembrerebbero dar per certa la perdita degli accreditamenti da parte della Fondazione Cittadella della Carità, per questo abbiamo ritenuto necessario interessare l’Unità di crisi regionale in quanto sono a rischio 160 lavoratori e le rispettive famiglie», denuncia il Segretario generale della FIALS Taranto Emiliano Messina.

Emiliano Messina

«In queste settimane - prosegue Messina - consci della condizione in cui versa la Cittadella della Carità, abbiamo intrattenuto fitte relazioni sindacali sia con la Curia che il Management della Fondazione, oltre che prima di natale con i nuovi partner che prenderanno in fitto il ramo d’azienda di parte della struttura ma eravamo pronti al peggio considerando che l’iter degli ispettori del Dipartimento di Prevenzione per il rilascio degli accreditamenti regionali era quasi stato completato».

«In questo momento così delicato l’unica soluzione percorribile è individuare con i tecnici regionali e la Task Force per l’occupazione possibili contromisure che evitino che venga “staccata la spina” ad una struttura che per la Città di Taranto rappresenta un bene prezioso, gettando così nel baratro centinaia di famiglie. Chiediamo - conclude il segretario della Fials - che della vertenza se ne occupino in prima persona il Governatore Michele Emiliano e Sua Eccellenza l’Arcivescovo di Taranto, in quanto non possiamo immaginare di perdere neanche un solo posto di lavoro».

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