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Il Siderurgico

Ex Ilva, approvato "l'emendamento Fitto"

Lo annuncia il Governo, mentre infuriano le polemiche

L'ex Ilva

L'ex Ilva

Passa l'emendamento Fitto. E' stato approvato nel primo pomeriggio di oggi, 18 luglio, dalla quarta Commissione “Politiche dell’Unione europea” del Senato, il provvedimento che interessa il Siderurgico di Taranto, nell'ambito della conversione del decreto-legge n. 69 del 2023 (il "salva infrazioni"). Sull'emendamento infuriano polemiche, con il Pd ed il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci che lo hanno bollato come un «passo indietro» sulla strada - già di per sè accidentata - della conversione ecocompatibile dell'ex Ilva, oggi Acciaierie d'Italia.


 
Per il governo guidato da Giorgia Meloni invece «l’intervento normativo è il frutto di un proficuo tavolo di lavoro coordinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri cui hanno preso parte, per i profili di rispettiva competenza, il Ministero delle imprese e del made in Italy; il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica; il Ministero della Giustizia e gli uffici del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR». Quest'ultimo guidato dal ministro Raffaele Fitto, che firma l'emendamento.


 
«L’emendamento agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento Ilva di Taranto (la numero 2013/2177), relativa alla mancata adozione, da parte delle competenti Autorità italiane, delle misure necessarie a ridurre l'impatto ambientale dello stabilimento, in violazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali» spiega l'esecutivo in una nota.  «Viene, inoltre, favorito il recepimento delle indicazioni contenute in ulteriori procedure di infrazione relative alla qualità dell’aria, con particolare riguardo al superamento di alcuni valori limite, come indicati nella direttiva 2008/50/CE, presso le aree dove sono ubicati stabilimenti di interesse strategico nazionale, tra cui il territorio del comune di Taranto (n. 2014/2147)».

Il governo attacca l'opposizione

L’intervento normativo «consente di proseguire nell’attività di modernizzazione e di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto» si legge nella nota disponibile sul sito istituzione del governo in cui si aggiunge che questo accade «a differenza di quanto strumentalmente sostenuto da qualche opposizione». Con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (un dpcm) saranno definiti i criteri per attuare progetti di decarbonizzazione, con indicazione dei termini massimi di realizzazione. Inoltre, ulteriori progetti di decarbonizzazione potranno essere presentati dal gestore con oneri a proprio carico esclusivo, si precisa ancora.


 
La nuova disciplina prevede che tutti gli obblighi previsti in capo al primo acquirente dello stabilimento dovranno essere rispettati anche dai successivi acquirenti, fino a quando non venga accertata la cessazione dei rischi connessi alla produzione,
mentre «in coerenza con il recente orientamento del Consiglio di Stato, si provvede a coordinare la disciplina relativa all’autorizzazione integrata ambientale e quella contenuta nel Testo Unico degli Enti Locali relativamente alle ordinanze contingibili ed urgenti, evitando sovrapposizioni di competenze e di valutazione».

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