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Il caso in Tribunale

Rimborsi gonfiati, il conto del Comune

Prima udienza: l'ente si costituisce parte civile e chiede 300mila euro di risarcimento

Palazzo di Città

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Rimborsopoli al Comune: nella prima udienza l’Ente civico si costituisce parte civile e chiede un risarcimento di 300mila euro. A marzo del 2021 per rimborsi indebiti o maggiorati, la Guardia di Finanza aveva sequestrato disponibilità finanziarie e beni mobili ed immobili, per 255mila euro, a quattro consiglieri comunali allora in carica e a tre datori di lavoro.

I consiglieri comunali finiti nel mirino delle Fiamme Gialle sono: Floriana De Gennaro ed Emidio Albani (entrambi non più in carica), Piero Bitetti e Carmen Casula, questi ultimi due attualmente in carica.

Gli accertamenti avevano riguardato i rimborsi previsti dagli articoli 79 e 80 del decreto legislativo n. 267/2000, in base ai quali le assenze di un lavoratore dipendente per l’esercizio delle funzioni di componente di un Consiglio comunale sono retribuite a cura del suo datore di lavoro, il quale, su specifica richiesta documentata, viene successivamente rimborsato dall’Ente civico. Secondo quanto risultato dall’attività investigativa della Guardia di Finanza i quattro consiglieri comunali, in unione e con il concorso con i titolari di imprese, avrebbero in alcuni casi simulato del tutto l’esistenza di un contratto di lavoro dipendente e, in altri casi, modificato ad arte. in senso migliorativo. L’inquadramento contrattuale, al fine di ottenere, per le loro assenze dal lavoro, giustificate dalla partecipazione alle sedute del Consiglio comunale di Taranto, rimborsi del tutto indebiti o quantomeno maggiorati. Ieri mattina si è tenuta la prima udienza alla presenza del collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Gaetano Vitale, Giuseppe Sernia, Andrea Digiacomo e Ciro Buccoliero. La prossima udienza è stata fissata per il 16 ottobre. Saranno ascoltati trentacinque testimoni e cinque consulenti tecnici. Naturalmente per i consiglieri e gli ex consiglieri coinvolti vale la presunzione di innocenza.

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