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Il caso

Il Comune di Taranto condannato a pagare 20mila euro per violazione della privacy

La denuncia delle opposizioni: «Vogliamo sapere chi ha sbagliato»

«Sciatteria e superficialità costringono il Comune, che già non versa in acque tranquille, a sborsare 20 mila euro a seguito della condanna per violazione della privacy: costa cara l’illegittima pubblicazione sui profili social di AMIU Spa dei video di cittadini che violavano la normativa sullo smaltimento dei rifiuti ripresi dalle fototrappole».

Così in una nota i consiglieri comunali di Taranto Massimiliano Di Cuia (Forza Italia), Gianpaolo Vietri e Tiziana Toscano (Fratelli d’Italia) e Francesco Battista (Lega).

«Sorprende e indigna - prosegue il documento - che un ente e una società in house possano scivolare così nella violazione di una normativa nota come quella sulla privacy, tanto da essere destinatari di una sanzione di 200 mila euro da parte dell’Autorità Garante dei dati personali e di una condanna al pagamento di 20 mila euro dal Tribunale di Taranto. Una circostanza grave, un errore che viene pagato con i soldi dei cittadini a cui il Comune ha da poco aumentato le tasse nonostante le nostre proteste.

Danni su danni. Per questo, ci attiveremo subito nelle commissioni consiliari per comprendere cosa non ha funzionato e per individuare i responsabili: è il primo doveroso passo per fare chiarezza a tutela dei tarantini. Un’altra, l’ennesima pagina di cattiva amministrazione della Giunta Melucci».

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