CASTELLANETA - Dall’esperienza poco fortunata di Felifonte al rilancio, a quello che sarà il Villaggio Olimpico, nel 2026. È la parabola di Nova Yardinia, oggi di proprietà di Rainbow, fondo di investimento immobiliare alternativo di tipo chiuso riservato gestito da Serenissima Sgr, composto da tre istituti di credito e dalla Cisa di Massafra, presieduta dall’imprenditore Antonio Albanese. Originariamente, Felifonte doveva essere la Disneyland di Castellaneta. Un progetto destinato a combattere ad armi pari con i colossi non solo italiani dell’intrattenimento. Il più ambizioso programma di sviluppo turistico del Mezzogiorno. Un sogno da cui ci si è svegliati nel 2008, a soli cinque anni dall’inaugurazione, nel 2003, su progetto dell’architetto spagnolo Dani Freixes. Archistar che, per dire quanto volasse alto il progetto, aveva collaborato anche alle Olimpiadi di Barcellona del 1992. Cinquanta ettari, Felifonte voleva essere un parco tematico incentrato sulle rovine lasciate da una immaginaria civiltà scomparsa, quella dei Félici, con tanto di “percorso archeologico”, lavori di scavo, attrazioni e spettacoli a tema, collegate dal filo logico delle ricerche su questo popolo perduto. Il crac di Felifonte ha rischiato di trascinare con sè tutta la turistico-ricettiva di Castellaneta Marina, che dagli anni ‘90 con il Valentino Village aveva vissuto una crescita esponenziale. Da Castellaneta sono passati, per poco, anche gli americani degli Hotel Hilton, che avevano preso le redini del gioiello castellanetano da Nicola Putignano, imprenditore e senatore, a capo della società che aveva intercettato anche i soldi pubblici destinati allo sviluppo dell’area. Parliamo – l’anno è il 1996 – di “un contratto di programma da 520 miliardi di vecchie lire con cui lo Stato aveva co-finanziato il progetto del Gruppo Putignano: un investimento totale di 360 milioni di euro (di cui 124 pubblici, il resto privato)” come riporta il quotidiano online Affari Italiani. Ma Nova Yardinia - dopo dei cambi alla guida della gestione - ha superato la tempesta scoppiata con l’affondamento della “civiltà dei Félici”; ha puntato anche sul turismo congressuale, sullo sport (la Fed Cup e la Davis di tennis nel 2009 e nel 2010) ed ha trovato un testimonial d’eccezione in Vasco Rossi. Ora all’orizzonte ci sono gli attesissimi Giochi 2026.
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