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Montesano: il film girato a Taranto come “difesa” per la maglia della X Mas

Enrico Montesano

Enrico Montesano

«Ho indossato una maglietta, durante le prove, recante simboli della Marina Militare Italiana, assolutamente legale e legata a momenti non solo bui e dolorosi, ma anche gloriosi e meritevoli di essere celebrati; tanto che in occasione di avvenimenti ufficiali hanno sfilato e sfilano, alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Ora la stessa Rai sta realizzando un film sulle eroiche gesta del comandante della X Mas, Salvatore Todaro». Enrico Montesano torna a chiedere alla Rai di essere “reintegrato” nel programma Ballando con le stelle, dopo esserne stato escluso per aver indossato una ormai celebre maglietta della X Mas durante le prove. E, per farlo, ora tira in ballo “Comandante”, film girato a Taranto. «Chiedo formalmente alla Rai di tornare sui propri passi e di reintegrarmi nel programma, per darmi la possibilità di spiegare ai telespettatori e all’opinione pubblica la mia posizione, altrimenti riuscirebbe difficile non credere ad un accanimento ad personam. Sono un uomo libero, di pace e di dialogo come la mia storia personale ed artistica dimostra (...) Vorrei tornare a fare il mio lavoro per il pubblico che non mi ha mai lasciato solo e che ringrazio di cuore. A chi ha strumentalizzato la vicenda, dandone una lettura artatamente negativa, per interesse, ignoranza o leggerezza dico che non ho commesso alcun reato, indossare una maglietta non vuol dire inneggiare a nulla e nessuno, come quando si indossano magliette con altri simboli, scritte e immagini» la dichiarazione di Montesano che, come detto, cita espressamente il film su Salvatore Todaro come elemento a suo favore. Una produzione, quella su Todaro - a cui presta il volto Pierfrancesco Favino - che a Taranto è molto legata come ha ricordato il 21 novembre scorso anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: «Un progetto di altissimo livello» lo ha definito il governatore pugliese, citando la ricostruzione di «un sommergibile lungo ben 73 metri posizionato all’interno dell’arsenale della Marina Militare dove è stato ricreato un vero e proprio teatro di posa a cielo aperto per le riprese in mare». Il sommergibile a cui si riferisce Emiliano è lo storico Cappellini, alla guida del quale Todaro fu protagonista di una impresa che verrà ricordata in “Comandante”: dopo aver vinto in pieno Atlantico una battaglia con il piroscafo Kabalo, mercantile belga requisito dalla Marina britannica e armato di un cannone da 102 mm, Todaro decise di rimorchiare la scialuppa su cui avevano trovato riparo proprio i naufraghi nemici del Kabalo. Dopo un giorno di navigazione, per poter procedere più velocemente, Todaro prese a bordo i 26 marinai del mercantile proseguendo in direzione dell’arcipelago portoghese delle Azzorre, dove arrivò all’alba del 19 ottobre ‘40. E se al momento dello sbarco, a nome di tutti, il tenente nemico ringrazia il comandante italiano, al rientro alla base italiana dei sommergibili atlantici di Bordeaux, la già celebre Betasom, Todaro viene ripreso per la propria condotta, ritenuta non consona alle esigenze di guerra di un battello in pattugliamento offensivo. Quando gli fu fatto notare che un comandante tedesco non avrebbe mai anteposto la sorte di eventuali naufraghi allo regolare svolgimento della propria missione, Todaro rispose: «Gli altri non hanno, come me, duemila anni di civiltà sulle spalle». Una pagina di Storia, approdata nelle storie dello spettacolo, tra un film e - indirettamente - un programma tv. Mentre ha base a Taranto il moderno sommergibile che porta proprio il nome di Salvatore Todaro.
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