Prosegue l’attività di controllo e di contrasto alla pesca illegale da parte della Guardia Costiera . Nel mirino le persone prive di scrupoli che, di fronte ad un facile profitto, quotidianamente deturpano il mare e creano un danno rilevante anche agli operatori del settore che, tra mille difficoltà, cercano di operare nel rispetto delle leggi. Negli ultimi giorni, infatti, i militari della Capitaneria di porto hanno portato a termine tre distinte operazioni. In particolare, lunedì sono state poste sotto sequestro, per la successiva distruzione, tre reti da posta rinvenute a pochi metri dalla riva, nell’oasi naturalistica presente nel secondo seno del Mar Piccolo dove nidificano molte specie protette, tra cui i fenicotteri. Nella giornata di martedì i militari hanno sequestrato due reti da posta fisse, una rete a strascico e una bombola utilizzata da un sommozzatore abusivo elevando verbali per un totale di 3.000 euro. Infine, nella notte tra martedì e mercoledì, durante un controllo del territorio condotto con autopattuglie e unità navali i militari hanno intercettato un autoarticolato che era in attesa di caricare un ingente carico di mitili. E’ stato accertato che 3.000 chili di mitili non potevano essere commercializzati e destinati al consumo umano in forza di un ordine di distruzione emesso dalla Asl di Taranto per il mancato rispetto dei parametri prescritti per la presenza di inquinanti, a seguito del previsto campionamento preventivo previsto dalla legge. Pertanto la Guardia costiera ha provveduto a segnalare all’Autorità giudiziaria il proprietario della merce e a porre sotto sequestro il carico in procinto di essere commercializzato e a richiederne la contestuale distruzione con un compattatore. Le attività di controllo continueranno anche nei prossimi giorni. La Capitaneria di porto invita i cittadini a pretendere di conoscere la provenienza dei prodotti ittici destinati al commercio e al consumo, come prescritto dalle norme, al fine di tutelare la propria salute e scongiurare quindi ogni rischio.
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