Il Sap di Taranto ha organizzato una manifestazione di protesta chiedendo la chiusura immediata dell’Hotspot. “Assistiamo oramai da anni al fallimento della politica migratoria e ad un sistema di accoglienza colabrodo. L’Hotspot di Taranto ne è l’esempio lampante- attacca Pasquale Magazzino, segretario provinciale del sindacato autonono di polizia- la struttura viene utilizzata difformemente dagli altri centri adibiti a “punti di crisi”, senza che sia mai stata fatta chiarezza circa la ratio di questa scelta. L’ Hotspot tarantino dovrebbe essere un centro di temporanea accoglienza perché la struttura non è dotata di tutti i servizi e non è idonea per sostenere una permanenza così lunga di un numero significativo di persone. Le condizioni in cui operano i colleghi, soprattutto in estate, sono incompatibili con qualsiasi elementare forma di protezione e benessere del personale. Dal punto di vista igienico/sanitario la situazione è ad alto rischio di infezioni: caldo estremo, topi, vermi e liquami costituiscono grave pericolo per la salute e la sicurezza del personale di servizio e per gli stessi ospiti. Chiediamo pertantol’immediata chiusra dell’Hotspot fino al suo completo adeguamento alle più elementari norme di sicurezza ed igienico/sanitarie”. Per questi motivi la segreteria provinciale del Sap ha organizzato, ieri martedì 26 luglio, con i suoi componenti della segreteria, del Consiglio, iscritti al Sap e con la presenza di un dirigente nazionale, la distribuzione ai cittadini di un volantino, con il quale si è voluto mettere a conoscenza l’opinione pubblica della “inadeguatezza dell’ Hotspot di Taranto e contestualmente chiedere alle autorità competente l’immediata chiusura del centro fino al suo completo adeguamento alle più elementari norme di sicurezza ed igienico/sanitarie;di stabilire la vera destinazione del centro ed in riferimento allo scopo organizzare e predisporre idonee misure di sicurezza stabilendo nel contempo i protocolli di intervento (se hotspot, vigilanza saltuaria – se altro, vigilanza fissa con postazioni adeguate per consentire al personale di polizia di operare in sicurezza); di trasferire/aggregare/assegnare alla questura di Taranto congruo personale da destinare esclusivamente ai servizi finalizzati alla gestione della sicurezza dell’Hotspot”. Il Sap, inoltre, invita il Prefetto, in qualità di autorità delegata dal Ministero dell’Interno, “ad effettuare un sopralluogo al fine di verificare di persona le condizioni precarie del campo, sia sotto il profilo igienico sanitario che di sicurezza e vivibilità dei luoghi di lavoro e ad ispezionare e verificare la salubrità della postazione di polizia prefabbricata adibita ad ufficio in uso al responsabile del personale delle Forze dell’ordine, nonché constatare i disagi a cui sono sottoposti gli operatori di polizia che espletano servizio lungo il perimetro dell’ Hotspot in particolare modo nei mesi estivi. L’area è perimetrata da una recinzione la cui altezza è due metri, facilmente valicabile. Una precedente visita in ordine alla L. 81/2008 (sicurezza posti di lavoro) fece emergere diverse criticità anche relativamente al piano “preventivo-sanitario” e diede luogo ad una interrogazione parlamentare. Contestiamo, inoltre, la logica di continuare a scaricare sui Questori, sulla Questura di Taranto e sui poliziotti il fallimento della politica migratoria e di continuare a creare emergenze”.
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