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CONTROVERSO

Poesia del Giorno

"Delle parole" di Manuela Cucci

Poesia del Giorno

"Poesia del Giorno" è un'estensione della rubrica settimanale "controVerso" dedicata alla poesia. Nasce per dare spazio alla vostra fantasia e ai vostri versi ispirati dalla quotidianità o dai vostri stati d'animo. Si è quindi deciso di pubblicare, in questo appuntamento giornaliero, le più belle poesie che vorrete inviare.

Chi fosse interessato a vedere un proprio componimento poetico pubblicato nella apposita sezione sul sito web Buonasera24.it e sui canali social della testata, dovrà:

  1. Seguire le pagine dei profili social di Buonasera: su Facebook e Instagram;
  2. Inviare una mail a controverso2019@gmail.com con il proprio nome, cognome, luogo di residenza e dichiarando nel testo della mail la paternità dell'opera. La poesia non dovrà superare i 30 versi.

Ogni giorno alle ore 9.00 una poesia, tra quelle più significative, sarà scelta, pubblicata e recensita, esclusivamente online, in questa rubrica. 

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La Poesia del Giorno, di mercoledì 16 ottobre 2024, è:

    DELLE PAROLE

    di MANUELA CUCCI di Taranto

    Una lallazione di suoni
    per convincerti per convincermi.
    Parole urlate le mie
    inutili assoggettamenti alle imprese dell'anima.
    Parole studiate le tue
    Affamate di verità
    Rotte
    Sparpagliate
    Balbettate
    Arrossite dalla vergogna.
    Delle parole mie
    Attracco alla ragione
    Delle tue vizio e copione.

       

    Recensione

    La poesia indaga il tema della comunicazione, mettendo in luce la tensione tra il desiderio di esprimersi e le limitazioni intrinseche delle parole stesse. L'autrice inizia con una "lallazione di suoni", un'immagine che suggerisce un linguaggio primordiale e confuso, dove sia l'autrice che il destinatario cercano di convincersi reciprocamente. Questo incipit pone immediatamente l'accento sulla difficoltà di comunicare autenticamente.


    Le "parole urlate" dell'autrice sono descritte come "inutili assoggettamenti alle imprese dell'anima", un'immagine potente che comunica la frustrazione e l'inutilità percepita nel tentativo di esprimere i propri sentimenti più profondi. Le parole dell'altro, invece, sono "studiate", "affamate di verità", ma al contempo "rotte" e "sparpagliate". Questi aggettivi creano un quadro di parole che, nonostante la loro ricerca di verità, sono incomplete e disorganizzate, riflettendo la difficoltà di trasmettere concetti complessi e profondi.


    L'immagine delle parole "balbettate" e "arrossite dalla vergogna" aggiunge un ulteriore strato di vulnerabilità, suggerendo che la comunicazione non è solo difficile, ma anche intrinsecamente legata alle emozioni e all'autoconsapevolezza. Questa balbuzie e rossore simboleggiano la paura di essere fraintesi o giudicati, rendendo la comunicazione un atto non solo intellettuale ma anche emotivo.


    La distinzione finale tra "le parole mie", viste come un "attracco alla ragione", e "le tue", descritte come "vizio e copione", mette in evidenza la differenza percepita tra il linguaggio razionale e quello emotivo. Le parole dell'autrice cercano un ancoraggio nella razionalità, mentre quelle dell'altro sono viste come imitazioni o espressioni di debolezza. Questo contrasto sottolinea una tensione tra il bisogno di essere compresi e la percezione che le parole dell'altro siano meno genuine o più superficiali.


    La poesia di Manuela Cucci riesce a trasmettere questa complessità attraverso immagini vivide e una costruzione linguistica attenta, rendendo il lettore partecipe della tensione e della vulnerabilità che accompagnano ogni tentativo di esprimersi.

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