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Il match
25 Febbraio 2024 - 06:06
Ezio Capuano
E’ il Taranto l’underdog. Pronto a sovvertire i pronostici, consapevole del senso del possesso della forza, permeato dalla giusta combinazione di entusiasmo e razionalità. Non sbaglia un colpo in casa, doma il Catania grandi firme grazie all’intuito di un Michael De Marchi in netta crescita e si regala un sabato notte al secondo posto, agganciando nella classifica provvisoria il Picerno a quota 49.
Strategie studiate, metodo indovinato, alternanze mai frutto dell’improvvisazione: Ezio Capuano collauda la sua squadra rossoblu per affrontare la versatilità tattica di una compagine etnea, quella allenata da Cristiano Lucarelli, che stenta a decollare nonostante le tante soluzioni intrise di qualità e di esperienza registrate nella sessione invernale del mercato. Il tecnico ionico viviseziona ogni scelta per ogni lettura, si affida al più mnemonico assetto 3-4-3 e rimodula il tridente privo dello squalificato capocannoniere Kanoute con Fabbro e Bifulco ubicati sulla trequarti e responsabilizzati per prevalere nella superiorità numerica e nel saltare l’uomo: il primo si esprime con maggiore dimestichezza, propiziando gli inserimenti ed i dialoghi palla a terra, mentre al compito non adempie adeguatamente il secondo fantasista, più volte controllato, ostacolato e depotenziato nelle iniziative.
E’ insignito nuovamente della titolarità come punta centrale De Marchi, il quale conferma le peculiarità di attacco alla profondità profetizzate da mister Capuano alla vigilia, meritando la virtuale staffetta con Simeri grazie ad una prestazione da incorniciare, fra abnegazione agonistica, presidio degli spazi, verticalizzazione razionale, pressione e fiuto al momento giusto. Ad emergere è un’asse mediana completa, pragmatica, impeccabile nell’equilibrare le fasi di costruzione e di interdizione: aumenta l’intesa fra i due protagonisti Calvano e Matera, intraprendenti e lucidi anche nelle transizioni col baricentro basso, quando il Catania prova ad avanzare per recuperare lo svantaggio, non sfoderando però una produzione offensiva convincente. Propedeutiche al duello sulle catene rispettivamente destra e sinistra sono le opzioni di Valietti e Ferrara: certificati i clienti scomodi nel 4-2-3-1 disegnato da Lucarelli, ovvero Chiricò e Cicerelli supportati dal promettente Castellini e da Celli sulla linea di retroguardia; dal canto suo, la difesa ionica ritrova Luciani dopo il turno di stop per diffida smaltito a Crotone, ed è integrata dal coriaceo Miceli al centro, da Enrici che supera il ballottaggio con Riggio sul polo mancino e dall’immancabile capitan Vannucchi a custodia dei pali.
Il Catania si compatta col tandem arretrato composto da Monaco e Quaini, mentre Welbeck e Sturaro fungono da diga in mediana; in attacco, ispirato da Tello in posizione di trequartista centrale, è schierato per la prima volta da titolare Cianci, fresco ex rossoblu. L’approccio del Taranto è volitivo e sicuro, lo sviluppo della manovra consta di tocchi di prima e di incursioni fulminee e costanti: al quinto giro di lancette, Calvano recupera palla sulla sponda destra dopo una collaborazione pregevole e si coordina al volo, ma il suo diagonale è destinato sul fondo. La formazione ionica suggella il vantaggio all’11’: l’esecuzione dalla bandierina destra innesca un batti e ribatti in area, laddove è appostato Calvano, il quale intercetta ed addomestica in mischia la sfera, trasformandola in preda per De Marchi, astuto e preciso nel ribadire in rete con un tap-in che coincide con la sua prima marcatura in rossoblu e che trafigge il portiere Albertoni.
Gli ospiti etnei ci provano al 22’, quando Chiricò pennella un cross direttamente da calcio di punizione a beneficio di Tello, il cui colpo di testa energico sorvola la trasversale. Verso la mezz’ora le dinamiche diventano frammentarie ed a tratti ruvide, l’ispirazione non è mutuata in creatività: evoluzione di una partita tatticamente perfetta, ma caratterizzata da conclusioni spesso precipitose; la sensazione è che il Taranto possa produrre di più e con maggiore coraggio. Al 35’ Welbeck scarica il destro potente dal limite, ribattuto dalla barriera; la sfera è raccolta da Chiricò che si predispone sull’esterno destro con un tiro cross, deviato provvidenzialmente in corner da Vannucchi. La ripresa elargisce un’immediata occasione per i padroni di casa ionici: al 2’st, infatti, Ferrara confeziona un suggerimento da calcio d’angolo mancino per Miceli, la cui incornata si stampa sull’incrocio dei pali; la sfera è ripresa da Bifulco che però lancia sull’esterno della rete. Capuano inietta nuova linfa al 13’st, rilevando l’onnipresente Calvano con Ladinetti in nevralgica ed introducendo Simeri per De Marchi in attacco. Proprio l’ex centrale etneo si esibisce in una traiettoria aerea dalla metà capo al quarto d’ora, fuori misura. Lucarelli corregge sostituendo Sturaro e Celli rispettivamente con Haveri e Bouah al 19’st. Il Catania interpreta un rodaggio insidioso e vanifica una prima opportunità al 22’st, con Cicerelli che realizza un cross puntuale a beneficio di Welbeck, il quale costringe Vannucchi a sollevare la sfera sulla traversa; sugli sviluppi del seguente corner, Chiricò serve Bouah che conclude alto.
Il Taranto si avvale della corsa di Mastromonaco sulla fascia destra e dell’imprevedibilità di Orlando nelle trame avanzate (fuori Valietti e Fabbro al 27’st); gli ospiti effettuano una triplice sostituzione alla mezz’ora: Peralta, Zammarini e Costantino rilevano Cicerelli, Chiricò e Tello. Non smarrisce ordine tattico e temperamento combattivo, la formazione rossoblu, quanto basta per schivare il pericolo al 33’st, quando l’antagonista etneo vanifica in doppia circostanza: Bouah confeziona un cross dal versante destro accolto da Cianci, ubicato nei pressi del palo opposto; il suo tiro è teso e corto verso Costantino, il quale manca d’un soffio la conclusione ravvicinata. Nei minuti di recupero l’ultimo squillo è appannaggio ancora di Cianci, autore di una progressione sul binario destro che si tramuta in diagonale morbido dalla distanza, destinato a spegnersi sul fondo.
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