TARANTO - Prende avvio dagli spazi interni ed esterni degli stabilimenti e dalle portinerie la nuova campagna sindacale dello Slai Cobas per il sindacato di classe, rivolta ai lavoratori delle Acciaierie di Taranto e delle ditte dell’appalto. L’iniziativa, avviata nella mattinata di ieri, si articola attraverso la diffusione di materiali informativi che riportano denunce, analisi e indicazioni politiche e sindacali sul futuro industriale e occupazionale del sito.
Nel documento affisso, lo Slai Cobas esprime una netta contrarietà alle attuali ipotesi di vendita e gestione legate al piano del Governo Meloni, ritenute responsabili di esuberi, precarizzazione del lavoro, cassa integrazione permanente e licenziamenti negli appalti, oltre all’abbandono dei lavoratori in Cigs in Ilva AS. Viene inoltre respinta l’ipotesi di uno spezzatino industriale, giudicata dannosa per Taranto e assimilata a modelli di deindustrializzazione già sperimentati in altri territori.
Il sindacato rivendica la nazionalizzazione dell’impianto, subordinandola però all’accoglimento reale delle richieste dei lavoratori in materia di occupazione, salario, sicurezza, diritti e tutela ambientale. Centrale, nella posizione dello Slai Cobas, è la costruzione di una nuova piattaforma operaia, approvata dalle assemblee e sostenuta da una mobilitazione prolungata sia in fabbrica sia in città.
Nel testo si ribadisce il rifiuto di esuberi e cassa integrazione strutturale, indicando come alternativa l’impiego dei lavoratori non utilizzati nella produzione in attività di ambientalizzazione e bonifica dell’area industriale. Tra le richieste figurano anche l’integrazione salariale durante la CIG, misure di prepensionamento, il riconoscimento dei lavori usuranti e quelli legati all’esposizione all’amianto, oltre all’istituzione di una postazione ispettiva stabile nella zona industriale per il controllo dei processi di riconversione e decarbonizzazione.
Particolare attenzione viene posta alla condizione dei lavoratori dell’appalto, per i quali lo Slai Cobas chiede il superamento dei contratti multiservizi e l’applicazione di un contratto unico metalmeccanico a tempo indeterminato, comprensivo di clausola sociale.
La campagna rilancia infine la necessità di riprendere scioperi, blocchi e iniziative di lotta, giudicati strumenti indispensabili per imporre la piattaforma operaia, e contesta il metodo delle trattative romane, sostenendo che il confronto sul futuro dell’ex Ilva e della città debba avvenire a Taranto. Lo Slai Cobas rivendica l’autonomia dell’organizzazione operaia e invita i lavoratori a organizzarsi nel sindacato di classe.
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