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Taranto

«Gli istituti cadono a pezzi, le famiglie spendono troppo e il Governo contina a tagliare». Le foto

Le voci degli studenti che denunciano tagli all’istruzione e criticano la scelta del governo di destinare nuove risorse alle spese militari

TARANTO - È iniziata alle 9 la mobilitazione studentesca che questa mattina ha attraversato le vie centrali della città, riunendo gruppi provenienti da diversi istituti del capoluogo e della provincia. La manifestazione si inserisce nel più ampio sciopero nazionale promosso dalle associazioni studentesche per contestare la recente manovra di bilancio del governo.

A guidare la protesta è stata la denuncia di una serie di misure ritenute penalizzanti per il mondo della scuola. «Ancora una volta assistiamo all’ennesima riduzione dei fondi destinati all’istruzione», ha dichiarato Riccardo Maggio della Rete degli Studenti Medi, evidenziando come le risorse chieste per diritto allo studio, manutenzione degli edifici scolastici, servizi di supporto psicologico e trasporti «vengano invece dirottate sulle spese militari».

Secondo Maggio, la fotografia della scuola italiana resta critica. «Gli istituti cadono a pezzi, le famiglie affrontano ogni anno costi elevati per il materiale scolastico, e molti di noi seguono le lezioni in ambienti vecchi e privi di interventi strutturali», ha affermato, definendo la manovra una nuova «mazzata» per studenti e studentesse.

Il corteo, caratterizzato da una partecipazione numerosa, ha riunito delegazioni da tutta la provincia, che hanno scelto di aderire allo sciopero per unirsi simbolicamente alle voci levatesi in tutta Italia. L’obiettivo condiviso è arrivare a un cambiamento reale, invocato da anni dal mondo studentesco.

In città la mobilitazione si è conclusa in tarda mattinata senza criticità, lasciando spazio alle riflessioni e alle richieste che gli studenti intendono continuare a portare avanti nelle prossime settimane.

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