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Il fatto
16 Settembre 2025 - 08:00
TARANTO - “Taranto Chiama” osserva la più grande crisi industriale d’Italia dal punto di vista di chi la vive ogni giorno. La regista e giornalista Rosy Battaglia costruisce un racconto che mette al centro le comunità alle prese con il conflitto tra lavoro, salute e ambiente, tema su cui si sono espressi anche la Corte di Giustizia dell’Unione Europea e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Il documentario approda ora in un tour nazionale dopo l’anteprima nella città dei due mari, allo Spazioporto di Apulia Film Commission, alla presenza dell’assessora all’Ambiente Fulvia Gravame e di numerosi cittadini.
Dalla tappa di Genova, nell’ambito di FestiValori nei quartieri a ridosso dell’ex Ilva di Cornigliano, il viaggio prosegue in Friuli Venezia Giulia al Visionario di Udine, grazie al Centro Balducci, luogo simbolico da cui il film prende le mosse con l’abbattimento della Ferriera di Trieste. Il percorso annunciato continuerà a Roma, all’interno della Festa del Cinema, per poi arrivare al Parlamento europeo. A corredo, un trailer e le prime immagini sono disponibili su un sito dedicato realizzato con il sostegno del Fondo per la democrazia in Europa di Civitates: tarantochiama.cittadinireattivi.it.
Il film, della durata di 100 minuti, è stato selezionato ai festival CinemAmbiente Torino e Clorofilla Film Festival. Nasce da quasi 10 anni di riprese e da un’inchiesta giornalistica avviata nel 2022, restituendo con rigore e forza visiva le testimonianze di madri, operai, attivisti, medici e avvocati, intrecciate con i passaggi politici e giudiziari che hanno segnato la vicenda. Taranto è definita “zona di sacrificio” riconosciuta dall’ONU e lo Stato italiano ha ricevuto 5 condanne della Corte europea dei Diritti dell’Uomo tra 2019 e 2022.
“Il tentativo era ricostruire la solidarietà tra i popoli inquinati. Con ‘Taranto Chiama’ questo tentativo è riuscito: il film porta alla luce una rete di comunità che non si arrendono e che indicano la strada per un futuro più giusto e sostenibile”, afferma Rosy Battaglia. La regista definisce l’opera non solo come un prodotto cinematografico, ma come strumento di confronto civile che pone al centro le voci dei cittadini e la ricerca di alternative sostenibili per vita e lavoro.
La produzione è copromossa dall’autrice insieme a Cittadini Reattivi ETS e ha potuto contare sul sostegno di Banca Etica tramite crowdfunding su Produzioni dal Basso, della Fondazione Finanza Etica, della Fondazione Marcellino De Baggis e di Saperenetwork, oltre al patrocinio del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Alla realizzazione hanno contribuito oltre 300 donatori e associazioni diffuse in tutta Italia, segno di un coinvolgimento che va oltre lo schermo e chiama a raccolta una partecipazione collettiva.
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