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Teatro
06 Settembre 2025 - 08:16
FRAGAGNANO - Le grandi produzioni che animano i cartelloni delle città più importanti, con nomi di richiamo e scenografie spettacolari, spesso non vanno oltre un intrattenimento di superficie. Al contrario, sono le piccole città a regalare le sorprese più autentiche, proponendo lavori di grande valore artistico e culturale. È il caso di Fragagnano, dove nei Giardini Carducci è andato in scena Confiteor, testo di Giovanni Testori, uno dei maestri del realismo italiano insieme a Pasolini.
L’opera, che inaugura la cosiddetta “Branciatrilogia”, fu scritta per Franco Branciaroli e prende spunto da un tragico fatto di cronaca. La scrittura di Testori non si limita a riprodurre il reale, ma lo interroga: una parola che diventa carne, urlo, invocazione, chiamata a dare corpo al dramma esistenziale dell’uomo. Al centro del suo percorso artistico c’è il “Manifesto per un nuovo teatro”, elaborato con Pasolini, in cui la parola scenica viene intesa come materia viva, capace di incarnare dolore e compassione.
Portare Confiteor nel Sud Italia significa offrire un’occasione preziosa di confronto con un autore ancora poco rappresentato in questa parte del Paese. L’operazione firmata da Alfredo Traversa ha assunto così un carattere di riscoperta culturale. “Un atto d’amore per la vita nella sua sofferenza massima” ha commentato il regista al termine della rappresentazione, sottolineando l’attualità e la forza di un testo che continua a interrogare lo spettatore.
Sul palco, Giuseppe Calamunci Manitta ha dato corpo al personaggio di Rino, mentre Tiziana Risolo ha interpretato la madre, restituendo con intensità e commozione la durezza spirituale e poetica del testo. Il monologo si è trasformato in preghiera, confessione e urlo, capace di catturare l’attenzione del pubblico.
Il silenzio attento che ha avvolto i Giardini Carducci ha reso la cornice ancora più suggestiva, amplificando l’impatto emotivo di una drammaturgia che si conferma provocatoria, umana e profondamente attuale. Confiteor ha mostrato come il teatro di Testori, tra parola e carne, resti oggi una delle forme più alte di realismo, in grado di commuovere e far riflettere.
Le splendide fotografie sono a cura di Carmine La Fratta che si ringrazia
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