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Taranto
17 Agosto 2025 - 09:50
TARANTO - Un tornado ha travolto le campagne di Mottola, abbattendo pali di sostegno e distruggendo interi grappoli di uva da vino, mentre la grandine ha completato la devastazione colpendo anche i territori di Laterza, Crispiano e Castellaneta. Il bilancio, descritto da Coldiretti Puglia dopo le prime verifiche tecniche, parla di un vero e proprio “bollettino di guerra” con danni ingenti a vigneti e oliveti.
In pochi minuti il maltempo, caratterizzato da pioggia intensa, grandinate e un violento tornado, ha colpito masserie e terreni agricoli, provocando smottamenti, muretti a secco divelti, pali abbattuti e raccolti strappati via. I segni della grandine restano evidenti fino alla statale 100, dove uva e olive risultano gravemente compromesse.
Secondo i dati Coldiretti, da gennaio in Puglia si sono registrati 28 eventi meteorologici estremi tra nubifragi, tempeste di fulmini, bombe d’acqua e tornado. A questo quadro già critico si aggiunge la siccità che continua a inaridire i campi, rendendo ancora più fragile la capacità produttiva delle aziende agricole. Con l’89% del suolo regionale a rischio idrogeologico, il comparto agricolo pugliese vive una fase di estrema difficoltà.
Le conseguenze degli ultimi fenomeni hanno reso impraticabili numerosi ettari coltivati, costringendo diversi imprenditori agricoli a ricorrere a raccolte manuali straordinarie o a dover constatare la perdita totale del raccolto.
Coldiretti ha già avviato sopralluoghi nelle aziende danneggiate e richiesto interventi immediati. Tra le priorità indicate: la legge sul consumo di suolo zero, progetti di adeguamento idrogeologico con sistemi di drenaggio e bioritenzione, e un rafforzamento delle assicurazioni agevolate collettive, accompagnate da misure fiscali e contributive mirate.
«Quello che stiamo vivendo non è un episodio isolato, ma il chiaro segno del cambiamento climatico in atto – ha commentato Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto –. Servono strumenti normativi adeguati, assicurazioni accessibili e infrastrutture moderne per permettere alle nostre imprese agricole di resistere e continuare a produrre».
Il danno è non solo economico e occupazionale, ma anche ambientale. La perdita di frutteti e coltivazioni riduce infatti la capacità delle piante di assorbire anidride carbonica e sostanze inquinanti come le polveri sottili PM10, un ruolo cruciale nella lotta al riscaldamento globale. «La frutticoltura – conclude Coldiretti – è fondamentale non solo per la produzione alimentare, ma anche per la tutela dell’ambiente. Con tecniche colturali innovative, le piante possono diventare ancora più efficaci nel contrasto all’inquinamento».
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