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Bari

Sanità, la Cisl lancia l’allarme: “Liste d’attesa insostenibili, servono assunzioni e risposte concrete”

Durante la tavola rotonda confronto serrato tra sindacati, istituzioni e operatori. Castellucci: “Occorre il coraggio di intervenire. La salute è un diritto da difendere con i denti”

BARI – La sanità pubblica pugliese al centro di un confronto intenso e partecipato. A Bari si è tenuta la tavola rotonda “Sanità in Puglia: lavoriamo tutti insieme per ridurre le attese e costruire fiducia”, promossa da CISL Puglia, FNP CISL Puglia, FP CISL Puglia e CISL Medici, che ha richiamato numerosi rappresentanti istituzionali, operatori sanitari e sindacalisti. Obiettivo dell’incontro: affrontare in modo strutturale i principali nodi del sistema sanitario regionale, in particolare le liste d’attesa, la carenza di personale e il bisogno urgente di trasparenza ed efficienza.

Ha aperto i lavori Antonio Castellucci, segretario generale CISL Puglia, che ha ribadito con forza l’urgenza di interventi coordinati. “Ridurre le liste d’attesa è possibile – ha dichiarato – ma occorre avere il coraggio di attuare strumenti condivisi e concreti. Serve un confronto stabile tra Regione, Asl e sindacati, per dare finalmente piena attuazione al Protocollo su Sanità e Welfare del 2 maggio 2023”.

Castellucci ha invocato piani aziendali annuali per l’abbattimento delle liste, con obiettivi chiari e verifiche puntuali, e ha sottolineato l’importanza di investire maggiori risorse nel Fondo Nazionale per le liste di attesa, puntando sull’estensione degli orari di attività degli ambulatori pubblici. Ha poi chiesto l’adozione immediata di un regolamento unico regionale per il ricorso a percorsi alternativi, come l’intramoenia o il privato accreditato, quando i tempi previsti non vengono rispettati. “È fondamentale dare priorità a anziani, cronici e oncologici, attraverso iter dedicati e semplificati”, ha aggiunto.

Aldo Gemma, segretario generale CISL FP Puglia, ha posto l’accento sulla drammatica carenza di personale sanitario, definendola “una questione esplosiva”. Secondo Gemma, rispetto all’Emilia-Romagna, la Puglia conta 15.000 operatori in meno, un divario che compromette la capacità di risposta del sistema. Gli accordi recenti sull’abbattimento delle liste sono un passo avanti, ha spiegato, “ma non bastano”. È essenziale che le Asl assumano 3.000 tra infermieri e operatori socio-sanitari, come già previsto.

Il segretario ha inoltre elencato le priorità per un cambiamento reale: integrazione tra pubblico e privato accreditato, pari contratti per il personale della sanità privata, attenzione alle patologie psichiatriche e da dipendenza, e un lavoro sinergico tra istituzioni per rispondere ai bisogni reali della popolazione. “Se non misuriamo il bisogno di salute, non possiamo soddisfarlo – ha concluso –. Serve una visione integrata, fondata su dati concreti”.

A chiudere i lavori è stato Vincenzo Lezzi, segretario nazionale FNP CISL, che ha ribadito il ruolo centrale del protocollo siglato nel 2023, chiedendone un’attuazione reale e monitorata. “Se un cittadino fragile non può accedere alle cure nei tempi stabiliti, la Asl deve garantirgli l’alternativa in intramoenia o presso medici privati accreditati, a carico del servizio sanitario pubblico”, ha detto Lezzi. “La salute è un diritto costituzionale. E noi lo difenderemo con i denti”.

Nel corso del dibattito sono intervenuti anche Ignazio Zullo, senatore e membro della 10ª Commissione Sanità, Raffaele Piemontese, assessore regionale alla Sanità, Tiziana Di Matteo, commissario straordinario Asl BAT, Giandomenico Stellacci, consigliere dell’Ordine dei Medici di Bari.

La CISL ha infine chiesto un impiego rapido e completo delle risorse del PNRR destinate alla sanità, puntando in particolare sul potenziamento dell’assistenza territoriale e domiciliare. Fondamentale anche l’introduzione di regole regionali uniche per restituire fiducia ai cittadini. “La medicina di prossimità è la vera chiave per superare la crisi delle liste d’attesa”, è stato il messaggio condiviso.

Una sanità più vicina alle persone, con tempi certi, trasparenza e risposte concrete: questa la richiesta che arriva dal confronto di Bari. Ora tocca alla politica e alle istituzioni agire.

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