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Taranto
20 Giugno 2025 - 06:47
TARANTO - Una Sanitaservice che viaggia a velocità diverse, con gravi disparità contrattuali, carenze strutturali e condizioni di lavoro insostenibili. È il quadro tracciato dal sindacato Usb, nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede di corso Umberto a Taranto, dedicata alla situazione degli operatori del Cup e del servizio 118.
Secondo quanto riferito dalla coordinatrice Usb Simona Laliscia, le segnalazioni inoltrate alla società che gestisce i servizi in house dell’Asl tarantina sono ormai numerose e circostanziate. Il sindacato punta il dito contro un inquadramento contrattuale inadeguato rispetto alle reali mansioni svolte, e una gestione non omogenea su base territoriale: a Taranto, gli operatori Cup risultano ancora inquadrati in modo diverso rispetto ai colleghi di altre province pur svolgendo le stesse attività. La quasi totalità del personale, dopo circa 5 anni, lavora ancora con contratti part time.
Ma non è tutto. Le condizioni logistiche in cui operano i lavoratori vengono definite gravissime. Nel laboratorio analisi dell’ospedale Santissima Annunziata, ad esempio, le sedie utilizzate provengono dal bar dell’ospedale, mentre in via Ancona, in una struttura nuova e ampia, il Cup è stato ricavato in uno stanzino privo dei requisiti minimi di sicurezza. Il sindacato ha annunciato che, dal 1 luglio, in assenza di interventi, provvederà autonomamente a fornire attrezzature adeguate per tutelare la salute dei lavoratori.
Usb non risparmia critiche nemmeno alla dirigenza della Sanitaservice, ricordando come l’attuale amministratore unico, presentatosi all’inizio del suo incarico come esperto in materia di sicurezza, non abbia ancora offerto risposte concrete, limitandosi a riferire alla Asl le problematiche segnalate.
Nonostante le criticità, Usb continua a sostenere con convinzione il percorso di internalizzazione dei servizi, giudicato «fondamentale», e accoglie positivamente l’imminente assunzione di 206 pulitori, frutto di un lungo confronto. Tuttavia, viene sottolineato che il sistema non può funzionare se non si interviene su contratti, sicurezza e condizioni di lavoro.
Il sindacato chiede inoltre trasparenza nella distribuzione del nuovo personale tra i reparti e le sedi operative, sulla base del reale fabbisogno e della complessità delle strutture, con particolare attenzione ai servizi d’urgenza.
Preoccupante, infine, la situazione del 118, dove si attendono ancora le assunzioni previste tramite concorso. Intanto, gli operatori sono costretti a turni definiti “massacranti”, spesso superiori a 12 ore consecutive, con riposi mancati e notti di lavoro ripetute, a scapito della sicurezza e della possibilità di conciliare vita privata e impegni professionali.
«No al risparmio sulla pelle dei lavoratori e no alla minaccia, nemmeno troppo velata, di chi sostiene che l’internalizzazione debba fare i conti con la copertura di spesa» ha concluso Laliscia.
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