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Martina Franca

Ciliegeti devastati e agricoltori in allarme: la nuova “invasione” dei cinghiali. Le foto

Coldiretti Puglia denuncia una situazione ormai fuori controllo: danni ingenti all’agricoltura, pericoli sulle strade e presenza crescente di fauna selvatica nei centri urbani. Servono misure urgenti

MARTINA FRANCA – Un altro ciliegeto completamente distrutto e rami spezzati dagli ungulati: è l’ultimo episodio segnalato nel territorio di Martina Franca, dove un branco di cinghiali ha seminato il caos all’interno di una coltivazione agricola. Una scena che si ripete con inquietante regolarità, denunciata con forza da Coldiretti Puglia, che torna a chiedere l’immediata applicazione del Piano straordinario regionale per il contenimento della fauna selvatica.

La situazione è drammatica: si stima che in Puglia siano presenti circa 250.000 cinghiali, con danni diffusi in tutta la regione. Oltre ai raccolti divorati, il problema tocca anche la sicurezza pubblica, con 12 incidenti stradali gravi registrati nel 2024 causati da animali selvatici che attraversano le arterie rurali e provinciali.

A farne le spese non sono solo ciliegeti e frutteti. I branchi si spingono sempre più vicini ai centri abitati, tra automobili parcheggiate, bambini in carrozzina e anziani intenti a fare la spesa. Le zone più colpite, denuncia Coldiretti, sono la Murgia barese e tarantina, il Gargano e il Subappennino Dauno, divenuti veri e propri santuari per i cinghiali, che distruggono coltivazioni di lenticchie, ceci, fave, ortaggi e vite a spalliera, sconvolgendo anche l’equilibrio dei boschi e la biodiversità.

Coldiretti chiede a gran voce che la Regione Puglia dia piena esecuzione al piano di contenimento, già approvato ma non ancora operativo. L’emergenza, infatti, non riguarda solo l’agricoltura: i cinghiali, che possono raggiungere i 150 chilogrammi di peso e 150 centimetri di lunghezza, rappresentano un pericolo concreto per automobilisti e allevamenti.

L’allarme si estende anche ad altre specie: lupi, cani inselvatichiti, storni, lepri, cormorani, pappagalli verdi e perfino il granchio blu, definito “killer dei mari”, stanno causando danni complessivi stimati in oltre 30 milioni di euro a colture, acquacoltura e biodiversità.

La preoccupazione è particolarmente alta nei comuni con meno di 5.000 abitanti, dove l’83% dei residenti si dichiara spaventato dalla presenza degli animali selvatici. Una realtà che non può più essere ignorata.

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