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Bari
02 Maggio 2025 - 06:04
BARI – Il Primo Maggio a Bari si trasforma in una denuncia collettiva contro l’insicurezza nei luoghi di lavoro. Le piazze si riempiono di cittadini, lavoratori e rappresentanti sindacali sotto le insegne di Cgil, Cisl e Uil, con un messaggio chiaro: “Zero morti sul lavoro”.
Andrea Toma, segretario della Uil Puglia, ha espresso soddisfazione per il fatto che la questione sia oggi riconosciuta da ampie fasce della società. “È un tema che unisce tutti, dal Papa al Presidente della Repubblica, fino alla gente comune”, ha affermato. Per Toma, la sicurezza non è solo un obiettivo tecnico, ma un principio etico che restituisce dignità al Paese e alle persone.
Il segretario ha poi ricordato che l’Italia dispone di uno dei migliori testi normativi europei in materia di sicurezza, ma che resta inutile senza l’effettiva applicazione delle leggi. “Quando una vita si spezza sul lavoro, non basta il cordoglio: serve la certezza della pena”, ha ribadito con forza.
Anche il segretario generale della Cisl Puglia, Antonio Castellucci, ha puntato l’attenzione sulla necessità di agire con determinazione. “La tutela dei lavoratori e la prevenzione sono una priorità assoluta. Occorre investire, assumere responsabilità e promuovere la coesione sociale”, ha dichiarato. Per Castellucci, il Primo Maggio non deve essere solo una ricorrenza, ma una giornata di riflessione e rilancio del diritto alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Domenico Ficco, segretario generale della Cgil Bari, ha posto invece l’accento su un tema troppo spesso trascurato: la precarietà lavorativa. Secondo Ficco, l’instabilità contrattuale e la frammentazione dei percorsi professionali impediscono ai lavoratori di acquisire non solo competenze solide, ma anche conoscenza dei sistemi di prevenzione e dei rischi connessi alle proprie mansioni.
“Il precariato abbassa la capacità di far valere i propri diritti, compreso quello alla sicurezza”, ha concluso, tracciando un legame diretto tra condizioni contrattuali deboli e maggiore esposizione al pericolo.
La manifestazione di Bari si chiude con una richiesta condivisa: sicurezza, giustizia e rispetto per chi lavora. Non un favore, ma un diritto.
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