L’iniziativa, promossa dal Distretto Produttivo dell’Informatica Pugliese e dal Polo Nazionale della Dimensione Subacquea (PNS) con il patrocinio di Confindustria Puglia, Università di Bari e Dhitech, ha offerto una panoramica sulle enormi potenzialità del settore underwater, strategico per la sicurezza nazionale, la ricerca scientifica e la competitività industriale.
Ad aprire i lavori, l’Ammiraglio Ispettore Cristiano Nervi, a capo del Centro di Supporto e Sperimentazione Navale della Marina Militare e della struttura operativa del Polo. “Il nostro Paese – ha spiegato – deve emanciparsi dalla dipendenza tecnologica estera. Oggi il 99 per cento del traffico digitale mondiale viaggia attraverso dorsali sottomarine, composte da 552 cavi per oltre 1,4 milioni di chilometri. L’obiettivo è sviluppare tecnologie nazionali, dai veicoli subacquei autonomi ai sistemi crittografici, dai cavi in fibra alle stazioni di docking”.
Sono già in fase di definizione 7 o 8 bandi di ricerca e sviluppo, per un valore complessivo di 30 milioni di euro, destinati a stimolare la crescita del settore con la partecipazione attiva di imprese e università.
Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto, ha sottolineato la necessità di formare nuove figure professionali, partendo non solo dall’università ma anche dalle scuole superiori. “Vogliamo stimolare l’interesse dei giovani verso i mestieri del futuro, favorendo il dialogo tra istruzione e impresa”, ha affermato.
Claudio Tinelli, presidente del Distretto dell’Informatica Pugliese, ha evidenziato come le tecnologie digitali possano rivoluzionare l’esplorazione del mondo marino. “Conosciamo appena il 2 per cento dei nostri mari. La subacquea non è solo difesa, ma anche valorizzazione delle risorse naturali, archeologia, produzione industriale. Se riusciremo a fare sistema, la Puglia potrà giocare un ruolo centrale in questo settore in piena espansione”.
Danilo Caivano, docente dell’Università di Bari e vicepresidente dell’associazione promotrice, ha ricordato che le competenze già presenti sul territorio sono un patrimonio da mettere a frutto. “Dalla fisica alla geologia, dall’informatica alla biologia, abbiamo un ecosistema pronto a generare valore. E Taranto, con la sua storia e il suo legame col mare, può diventare un laboratorio d’eccellenza anche per l’archeologia subacquea”.
Il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea, nato per favorire l’autonomia strategica dell’Italia nelle tecnologie sottomarine, rappresenta oggi una sfida concreta per il sistema produttivo del Sud e un’opportunità per il rilancio dell’innovazione applicata alla blue economy.
Una chiamata alla quale il territorio pugliese intende rispondere con competenza, visione e capacità di fare rete, per affermarsi come protagonista in un settore destinato a ridefinire gli equilibri economici e tecnologici dei prossimi decenni.