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Amiu e Multiservizi sotto controllo, scatta la vigilanza antimafia a Bari. Tutti gli obblighi

Disposti dalla Prefettura di Bari i provvedimenti di prevenzione collaborativa per le due partecipate comunali. Il sindaco Leccese: “Siamo pronti a collaborare per ripristinare pienamente legalità e trasparenza”

BARI - Ieri, martedì 25 marzo, la Prefettura di Bari ha formalmente notificato al Comune di Bari l’adozione di provvedimenti di prevenzione collaborativa antimafia che riguardano due società partecipate municipali: Amiu Puglia e Bari Multiservizi. Le misure, adottate a seguito del lavoro svolto dalla Commissione di accesso nominata dal Ministero dell’Interno, non comportano scioglimenti né commissariamenti, ma prevedono un rafforzamento del monitoraggio e delle azioni di bonifica interna per arginare eventuali contiguità con ambienti criminali.

Nel corso di una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio, il sindaco Vito Leccese ha fatto chiarezza sul significato e sulla portata dei provvedimenti. «Avevo promesso ai cittadini che li avrei informati costantemente sull’evoluzione della vicenda – ha dichiarato – e oggi si chiude la fase relativa all’attività della Commissione ispettiva. È stato accertato che non vi sono stati condizionamenti mafiosi nell’attività amministrativa comunale, per cui non è previsto alcun intervento sul Consiglio Comunale. Tuttavia, sulla base di criticità emerse, si è ritenuto necessario adottare misure di prevenzione per le due principali partecipate».

Per Amiu Puglia, la Prefettura ha disposto l’attivazione dell’articolo 94-bis del Codice Antimafia, che prevede l’introduzione di un regime di collaborazione preventiva tra la società e le autorità competenti. Saranno avviate misure straordinarie di controllo per almeno dodici mesi, con l’affiancamento di un gruppo interforze antimafia e di un team di esperti nominato direttamente dalla Prefettura, composto dal professor avvocato Riccardo Bolognesi, dal commercialista Giovanni Grazzini e dal commercialista Antonio De Lucia. I tre professionisti avranno compiti di indirizzo, vigilanza e supporto operativo, in un’ottica di totale trasparenza.

Il provvedimento impone ad Amiu di:

  • adottare misure organizzative interne ispirate al Decreto legislativo 231 del 2001, per eliminare qualsiasi rischio di agevolazione, anche occasionale, a interessi illeciti

  • comunicare al gruppo interforze ogni atto economico di rilevanza, come acquisti, pagamenti, incarichi e gestioni fiduciarie superiori a 50mila euro

  • utilizzare un conto corrente dedicato per tutte le operazioni rilevanti, secondo quanto previsto dalla legge n. 136 del 2010 in materia di tracciabilità

Per la Multiservizi, invece, il Prefetto ha optato per un monitoraggio costante delle attività aziendali, con una durata iniziale di sei mesi, eventualmente prorogabile. Tra gli obblighi imposti:

  • trasmettere tutte le misure adottate in materia di legalità

  • inviare ogni mese una copia dei contratti di valore superiore a 10mila euro

  • redigere report trimestrali sull’andamento delle iniziative di bonifica e controllo

«In entrambi i casi – ha sottolineato il sindaco – si tratta di strumenti che ci consentiranno di rafforzare ulteriormente la legalità, grazie a un lavoro sinergico tra amministrazione e organi statali. Il Prefetto ha anche riconosciuto che Multiservizi ha già avviato, sotto la guida dell’attuale presidente Paolo Biga, un processo di self cleaning molto avanzato».

Al centro dell’attenzione da parte della Commissione ispettiva vi sono soprattutto le procedure adottate negli anni passati per la stabilizzazione del personale precario, in particolare dei lavoratori somministrati. Queste modalità, attuate in anni risalenti anche al duemila, hanno rappresentato un punto di vulnerabilità nel sistema di reclutamento e potrebbero aver favorito, anche inconsapevolmente, l’avvicinamento di soggetti contigui alla criminalità organizzata.

In merito ad Amiu, si contano circa 40 posizioni lavorative sotto osservazione, considerate “di interesse” dagli ispettori. In molti casi, ha spiegato Leccese, si tratta di criticità derivanti da dati non accessibili all’azienda, né pubblici, che ora impongono un nuovo patto di legalità tra il Comune e la Prefettura. «È necessario – ha precisato il primo cittadino – costruire protocolli chiari di collaborazione, per permettere interventi tempestivi anche in assenza di evidenze penali conclamate».

La vicenda, seppur delicata e potenzialmente dannosa per l’immagine pubblica, può diventare una preziosa occasione di rilancio dell’efficienza amministrativa. Il Comune ha già dato seguito a numerose misure per garantire trasparenza, tra cui l’istituzione di una nuova Ripartizione ai Controlli, alla Legalità, alla Trasparenza e all’Antimafia sociale, dotata di un nucleo ispettivo interno.

«A partire da agosto – ha concluso il sindaco – abbiamo invitato tutte le partecipate a intraprendere attività di monitoraggio autonomo, anche oltre le certificazioni. Amiu e Multiservizi hanno risposto e continueranno a lavorare per bonificare eventuali aree grigie. Questa esperienza, se ben gestita, potrà diventare un modello virtuoso, utile non solo alla città di Bari, ma anche ad altre amministrazioni che vogliano rafforzare il proprio presidio di legalità».

In definitiva, quella che si è chiusa con la notifica dei provvedimenti non è una pagina da archiviare con imbarazzo, ma un punto di partenza per una gestione più attenta, trasparente e partecipata dei beni e servizi pubblici. Un banco di prova per l’intera città, chiamata a dimostrare che la legalità non è solo una parola, ma una pratica quotidiana.

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