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Taranto

Cinghiali: abbattuti 1.200 capi, restano altri 2.800 esemplari

A Castellaneta un incontro tra istituzioni, esperti e agricoltori per fare il punto sull’emergenza fauna selvatica. L’assessore Pentassuglia: "Serve un coordinamento per garantire sicurezza e sostenibilità"

CASTELLANETA - A Castellaneta si è svolto un incontro per discutere delle strategie di gestione e contenimento della fauna selvatica in Puglia, con particolare attenzione all’emergenza cinghiali. Durante l’evento, organizzato dalla CIA Agricoltori Italiani di Puglia, l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia ha fatto il punto sullo stato di avanzamento del Piano straordinario per il contenimento dei cinghiali, sottolineando la necessità di un coordinamento efficace tra istituzioni e operatori del settore.

Verso la riduzione della popolazione di cinghiali

Nel suo intervento, Pentassuglia ha ribadito che il piano di abbattimento è in piena attuazione, con circa 1.200 capi già eliminati su un totale di 4.000 previsti. L’obiettivo è ridurre il numero degli esemplari per tutelare le aziende agricole, spesso vittime dei danni causati da questi animali, e garantire maggiore sicurezza stradale.

"Lavoriamo per riequilibrare la presenza dei cinghiali sul territorio, supportando gli agricoltori e migliorando la sicurezza dei cittadini", ha dichiarato l’assessore. Inoltre, ha annunciato l’intenzione di presentare un emendamento di legge per favorire lo sviluppo di una filiera corta legata alla gestione della carne dei cinghiali abbattuti, nel rispetto delle normative sanitarie.

Strategie di contenimento e rischio sanitario

All’incontro hanno preso parte esperti e rappresentanti istituzionali, tra cui il professor Antonio Camarda dell’Università di Bari e i dirigenti regionali Domenico Campanile e Onofrio Mongelli.

Camarda ha evidenziato l’importanza di limitare il contatto tra i cinghiali e le altre specie animali per prevenire il rischio di diffusione della Peste Suina Africana, una minaccia concreta per il settore zootecnico. Campanile, invece, ha illustrato i dettagli del Piano straordinario di contenimento, spiegando che ogni ente coinvolto ha compiti precisi: gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) operano nelle aree cacciabili, gli enti gestori nelle zone protette e i sindaci nei centri urbani.

Mongelli ha confermato che l’obiettivo dei 4.000 abbattimenti è stato fissato dalle autorità centrali e che la Regione Puglia punta a raggiungerlo entro la fine del 2025.

Non solo cinghiali: l’allarme di agricoltori e allevatori

Oltre all’emergenza cinghiali, gli agricoltori hanno sollevato altre criticità legate alla presenza di lupi, storni e parrocchetti monaci, specie che stanno causando problemi in diverse zone della regione, in particolare nella provincia di Bari.

"Il piano attuale è un passo avanti, ma serve un impegno costante per proteggere le nostre aziende agricole", ha dichiarato Giannicola D’Amico, vicepresidente vicario della CIA Puglia.

A chiudere l’incontro, il presidente e il direttore dell’Area Due Mari Taranto-Brindisi della CIA, Pietro De Padova e Vito Rubino, hanno chiesto di consentire la caccia ai cinghiali tutto l’anno, sottolineando che l’emergenza richiede misure straordinarie.

"La situazione è grave e servono azioni concrete. Chi ostacola questi interventi per puro ideologismo deve prenderne atto: il problema esiste e va risolto", hanno concluso i rappresentanti della CIA.

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