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Bari

Il futuro di AC Boilers di Gioia del Colle è in bilico: confronto tra Regione, sindacati e Ministero. Le foto

Rischio chiusura entro il 2025. Lavoratori in mobilitazione, attesa per il tavolo del 4 marzo

BARI - La crisi della AC Boilers di Gioia del Colle continua a preoccupare lavoratori e istituzioni. In vista dell’incontro tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il gruppo Sofinter, proprietario dello stabilimento, la IV e VI Commissione della Regione Puglia si sono riunite in seduta congiunta per affrontare l’emergenza occupazionale. All’incontro, richiesto dal presidente della IV Commissione, Francesco Paolicelli, hanno partecipato sindacati, rappresentanti dei lavoratori e assessorati competenti.

“È fondamentale garantire certezze ai lavoratori e alle loro famiglie”, ha dichiarato Paolicelli, sottolineando il ruolo strategico dell’industria di Gioia del Colle per l’economia locale. Anche la presidente della VI Commissione, Lucia Parchitelli, ha ribadito l’urgenza di una soluzione, individuando alcuni punti chiave: presentazione di un piano industriale, innovazione, ristrutturazione aziendale e tutela dell’occupazione.

La vertenza non nasce oggi: secondo i sindacati, il gruppo Sofinter non ha mai presentato un vero piano di rilancio per i suoi stabilimenti. Il rischio, denunciano FIM CISL e FIOM CGIL, è che l’unica strategia sia la chiusura di Gioia del Colle e drastici tagli negli altri siti produttivi. La situazione finanziaria dell’azienda, già critica prima dell’ingresso del fondo Mutares, si è ulteriormente aggravata, mentre le commesse vengono spostate in Cina e Polonia o esternalizzate a piccole aziende terziste. Inoltre, denuncia la CISL, l’azienda ha avviato colloqui per ricollocare i lavoratori in altre realtà, segnale evidente di un disimpegno sullo stabilimento pugliese.

Il Ministero, dopo l’incontro del 18 febbraio, ha convocato un nuovo tavolo per il 4 marzo, con l’obiettivo di verificare se esistano margini per un investimento da parte di Mutares o se sia necessario individuare un nuovo advisor per favorire l’ingresso di un soggetto industriale interessato al rilancio. La Regione, attraverso la sua task force per l’occupazione, ha ribadito il massimo sostegno ai lavoratori e ha fissato per il 6 marzo un nuovo confronto, che vedrà la presenza della proprietà.

Intanto, la mobilitazione prosegue: i lavoratori, in contratto di solidarietà da gennaio, continueranno lo stato di agitazione fino a quando non saranno date garanzie concrete. La vertenza resta aperta, con il destino dello stabilimento ancora sospeso tra una possibile vendita, un piano di rilancio o una chiusura definitiva.

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