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Salute
30 Gennaio 2025 - 11:23
BARI - Un semplice prelievo di sangue dal dito, associato alla valutazione di parametri chiave come colesterolo, glicemia, età, sesso e abitudini di vita, consente di stimare il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare nei successivi dieci anni. Su questa base è possibile adottare strategie preventive o avviare trattamenti mirati.
Grazie a un'iniziativa promossa dal Dipartimento di Prevenzione della ASL di Bari, circa 600 lavoratori di aziende dell’area metropolitana e del nord barese hanno già partecipato a un programma di screening per la salute nei luoghi di lavoro, realizzato attraverso i Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPESAL).
Secondo Fulvio Longo, direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Bari, le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di decesso, influenzata da fattori di rischio modificabili come alimentazione scorretta, sedentarietà, fumo e abuso di alcol. “Abbiamo portato la prevenzione direttamente nei luoghi di lavoro, sottoponendo i dipendenti a una serie di test per individuare le condizioni che possono favorire l’insorgere di malattie cardiovascolari.
L’analisi dei risultati permette di definire un profilo di rischio personalizzato, consentendo l’intervento tempestivo dei medici competenti aziendali o dei medici di famiglia per coloro che necessitano di un monitoraggio più attento”.
L'iniziativa, in linea con il Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025, ha coinvolto lavoratori tra i 40 e i 69 anni privi di precedenti episodi cardiovascolari. Il programma si ispira al “Progetto Cuore” dell’Istituto Superiore di Sanità, utilizzando parametri come pressione arteriosa, colesterolemia e presenza di diabete per stimare il rischio di eventi cardiovascolari gravi, classificando i partecipanti in tre fasce di rischio: basso, medio e alto.
Attraverso questo approccio è possibile elaborare interventi personalizzati di promozione della salute, con il supporto degli altri servizi del Dipartimento di Prevenzione. L’obiettivo è agire sui fattori di rischio modificabili, favorendo scelte più salutari in termini di alimentazione, attività fisica e abitudini quotidiane.
Finora sono stati analizzati i dati di 581 lavoratori, individuando per ciascuno la categoria di rischio di appartenenza. Alle aziende coinvolte sono state fornite relazioni dettagliate con dati aggregati e anonimi, opuscoli informativi sulla salute cardiovascolare e proposte di iniziative collettive, come incontri di sensibilizzazione e programmi di counseling nutrizionale. In alcuni casi, sono stati attivati percorsi specifici con il medico competente aziendale e il medico di Medicina Generale.
Il progetto ha visto anche la collaborazione del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN), offrendo ai lavoratori ad alto rischio l’accesso a consulenze nutrizionali presso gli ambulatori di Altamura e Molfetta.
Il progetto proseguirà anche nei prossimi mesi, puntando a coinvolgere un numero sempre maggiore di lavoratori, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. L’iniziativa rientra nella strategia regionale di equità nella prevenzione, garantendo la possibilità di accedere a percorsi di monitoraggio e miglioramento della salute a tutte le fasce della popolazione lavorativa.
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