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17 Gennaio 2025 - 16:19
BARI - Un’altra tragedia sfiorata a causa del monossido di carbonio. Un uomo di 66 anni e sua moglie di 63, residenti nelle campagne di Canosa di Puglia, hanno rischiato la vita dopo aver acceso due bracieri per scaldarsi. Intorno alle 23, la donna ha perso conoscenza, mentre il marito ha avvertito una grave debolezza improvvisa.
Dopo un primo intervento nel pronto soccorso più vicino, i due sono stati trasferiti all’ospedale San Paolo di Bari, dove i medici della Medicina Iperbarica sono intervenuti con una terapia d’urgenza a base di ossigeno iperbarico, trattamento essenziale per contrastare gli effetti dell’intossicazione. Le condizioni dei pazienti sono ora stabili, ma proseguiranno le cure per prevenire complicazioni.
"L’arrivo dell’inverno coincide con un aumento delle intossicazioni da monossido di carbonio", ha spiegato Laura Vernotico, responsabile della Medicina Iperbarica dell’ospedale San Paolo. "Le principali cause sono bracieri e camini accesi in ambienti poco ventilati, ma anche stufe a gas, caldaie e scaldabagni difettosi".
Il monossido di carbonio è un gas inodore, incolore e insapore, spesso sottovalutato nonostante sia tra le cause più frequenti di avvelenamento domestico. Solo nel periodo natalizio, l’ospedale San Paolo ha trattato circa dieci casi, ma si stima che molti episodi non vengano nemmeno segnalati.
Per ridurre i rischi, gli esperti raccomandano:
I primi segnali di un’intossicazione possono essere mal di testa, nausea, vomito e vertigini, fino alla perdita di coscienza e, nei casi più gravi, al coma. Il monossido può anche causare sintomi cardiaci simili a un infarto, con una forte sensazione di oppressione al petto.
L’ossigeno iperbarico è l’unica terapia efficace per eliminare il monossido dall’organismo, migliorando l’ossigenazione di cervello e cuore. A Bari, questo trattamento salvavita viene garantito h24, 365 giorni l’anno dall’Unità Operativa di Medicina Iperbarica dell’ospedale San Paolo.
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