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Il fatto
09 Aprile 2024 - 12:29
Ancora una morte bianca a Taranto. Un uomo è rimasto letteralmente folgorato mentre stava lavorando sulla nuova strada che collega Taranto ad Avetrana, all’altezza di Taranto 2. L’incidente è avvenuto intorno alle 11 di questa mattina, martedì 9 aprile.
L’uomo, Angelo Cotugno, aveva 59 anni ed era di San Marzano di San Giuseppe. Sul posto sono giunti anche i familiari.
Tutta da chiarire la dinamica dell'incidente. L'operaio è rimasto folgorato perché una pala meccanica accidentalmente ha urtato un cavo dell’alta tensione mentre si stava lavorando ad una colata di cemento per coprire i cosiddetti sotto-servizi. Un contatto fatale: per l’uomo non c’è stato nulla da fare, nonostante i tentativi di rianimazione durati addirittura 45 minuti con un defibrillatore da parte degli operatori del 118 prontamente intervenuti.
Sul posto numerose auto della Polizia di Stato con la Scientifica, gli ispettori della Asl di Taranto e mezzi del 118.
Il povero Angelo Cotugno era iscritto alla Fillea Cgil e proprio il segretario della stessa organizzazione sindacale, Francesco Bardinella, si è recato sul posto della tragedia: «Lo abbiamo detto troppe volte “adesso basta”, ora la morte di Angelo Cotugno inchioda tutti alle proprie responsabilità. Responsabilità che ora come Fillea Cgil Taranto, chiediamo vengano individuate definitivamente».
«La dinamica è in fase di accertamento – commenta ancora Bardinella – ma sappiamo per certo solo la condizione in cui questi operai vivono da tempo. La Semat ha presentato istanza di concordato e in quella gettata di cemento, vicino ai cavi dell’alta tensione, c’era anche tutta l’angoscia di chi è precario ormai da troppo tempo. Alla famiglia non consegneremo solo il nostro cordoglio ma anche la nostra pratica vicinanza».
«È necessario intervenire per cambiare le leggi sul lavoro, sulla sicurezza delle persone, sulla prevenzione. Negli appalti si concentrano gli incidenti mortali maggiori – dice Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Cgil di Taranto - Lo diciamo da tempo, basta con il solito cordoglio. Bisogna fermare questa mattanza di persone che escono di casa la mattina per lavorare e non tornano più dai loro cari».
Il tema delle morti sul lavoro fa parte anche dei temi posti all’attenzione di Cgil e Uil nella giornata di protesta che si svolgerà il prossimo 11 aprile. A Taranto alle ore 11.00 di giovedì 11 aprile è previsto un sit-in sotto la Prefettura.
Sull'ennesima morte bianca interviene anche la Cisl:«Il terribile incidente avvenuto in un cantiere stradale sulla Taranto-Avetrana, costato la vita ad un operaio 59enne, è la dimostrazione che sulla sicurezza nei luoghi di lavoro c’è ancora tantissimo da fare. Siamo vicini alla famiglia del lavoratore e continuiamo la mobilitazione lanciata a livello nazionale dalla Cisl per sensibilizzare le persone, confrontarci con le imprese, chiedere interventi alle istituzioni». Lo dichiarano Gianfranco Solazzo, segretario generale della Cisl Taranto-Brindisi, e Gianmarco Passiatore, reggente della Filca-Cisl territoriale. «Non conosciamo ancora le modalità di questo nuovo, drammatico incidente sul lavoro, ma siamo fortemente preoccupati dagli infortuni nei cantieri, che provocano danni anche molto gravi e vittime, come accaduto oggi. Formazione, prevenzione, innovazione, applicazione del contratto, cultura della sicurezza e percezione del rischio – spiegano - sono gli strumenti a disposizione di noi tutti per evitare nuovi incidenti nei cantieri. È quello che ripetiamo nel corso delle tantissime assemblee e iniziative che stiamo realizzando nell’ambito della mobilitazione della Cisl nazionale sul tema della sicurezza. Sabato prossimo una folta delegazione della Cisl territoriale sarà all’Assemblea nazionale dei delegati Cisl a Roma proprio per chiedere un impegno maggiore sulla cultura della sicurezza: gli incidenti sul lavoro rappresentano una scia di sangue inaccettabile».
“In primis il cordoglio di tutta la Uil alla famiglia di Angelo Cotugno. Un altro incidente sul lavoro che segue la terribile scia di dolore a cui troppi si stanno tristemente abituando. Un metronomo della morte che non è più possibile ascoltare”.
È l’intervento del coordinatore genale Uil Taranto, Pietro Pallini, subito dopo la notizia della morte dell'operaio Angelo Cotugno.
“Oggi è un giorno pessimo per tutti noi - continua Pallini - per un evento, l'ennesimo, che stappa la vita di un lavoratore intento solo a portare il pane a casa. Non servono altre parole. Ne abbiamo dette 1043 nel corso del 2023 e oltre 200 nei primi tre mesi del 2024. Vite spezzate, prima che numeri. Le mie ultime, poche parole, le rivolgo al Governo, nel fare tutto ciò che sino ad ora non è stato fatto. La legge 81 del 2008 è già di per sé articolata e vasta, ma che da sola è evidente non basta”.
E poi: “Serve una vera e propria rivoluzione che cambi paradigma a un modello di fare e concepire la sicurezza. Pretendiamo che questa rivoluzione sia prima cultura e poi norma. Incremento di ispettori e penalizzazione prima, e poi condanna, di tutte quelle aziende che della sicurezza ne fanno costo. Per contrastare ciò, il Governo deve fare la sua parte sino infondo con ogni mezzo e ausilio, anche economico.
E conclude: “La rivoluzione affinché sia tale deve poter partire dalle scuole, anche elementari, affinché la sicurezza sul lavoro sia il bagaglio da viaggio dei giovanissimi come strumento sino agli indumenti del lavoro che indosseranno domani. Siamo davanti ad un'emergenza e straordinarie devono essere le misure da porre in campo. Angelo muore a soli due giorni dalla mobilitazione indetta da Cgil-Uil per la sicurezza sui luoghi di lavoro, e in tutto questo è triste constatarlo, ma è rimasto solo il sindacato a gridare giustizia senza abbassare la guardia”. Sul tragico fatto di cronaca è intervenuto anche il segretario regionale della Uil Puglia, Gianni Ricci.
"Le indagini daranno una risposta e accerteranno le responsabilità ma l’Ugl ritiene che indignarsi per quanto quotidianamente accade sui posti di lavoro non basti più. Questo ennesimo dramma sul lavoro ha spezzato una famiglia e una comunità e fotografa un problema evidente, cioè la mancanza di sicurezza. Riteniamo che sia doveroso implementare i controlli per verificare il rispetto delle norme e promuovere una vera e propria cultura della sicurezza sul lavoro. È necessario puntare sulla formazione e su un addestramento adeguato a cominciare dalle scuole secondarie. Dire “basta” alle cosiddette morti bianche, non basta più. E' necessario intervenire sulla prevenzione per evitare il ripetersi di simili tragedie”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale Ugl in merito all’incidente mortale sul lavoro avvenuto a Taranto.
Anche il presidente della Provincia, Rinaldo Melucci, ha espresso un sentito e profondo cordoglio alla famiglia del lavoratore che ha perso la vita nei pressi della “tangenziale sud” durante le attività di ripristino dell’area.
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