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Incontri culturali

L’Odissea poetica di Rosaria Scialpi: a Taranto la sua “Faglia Empirea” si confronta con l’Immagine

La scrittrice ospite del Centro della Fotografia “Il Castello”

Rosaria Scialpi

La scrittrice, Rosaria Scialpi

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La scrittrice tarantina Rosaria Scialpi sarà protagonista di un incontro culturale che trascende la semplice presentazione editoriale: un vero e proprio dialogo fra la parola e l’immagine, ospitato al Centro della Fotografia “Il Castello”, in via Plinio a Taranto, venerdì 28 novembre, alle ore 19:00.

Al centro della discussione vi è la sua ultima silloge, “La faglia empirea”, un’opera che, come suggerisce la prefazione, si configura come una “frontiera, una lacerazione, un confine-orizzonte”. Non si tratta di una raccolta che accetta l’accezione primaria del linguaggio; al contrario, Scialpi filtra ogni esperienza attraverso il prisma del simbolo, della metafora e, soprattutto, del mito.

L’autrice concepisce il mito non come un mero relitto del passato, ma come un “vascello in grado di traghettare fra le epoche”, riconnettendo l’individuo con la sua essenza più autentica: l’umano. La faglia empirea è un atto di resistenza letteraria, una voce che si leva contro l’oblio, inserendo archetipi e topoi mitici in una cornice inequivocabilmente attuale.

La raccolta, strutturata in nove sezioni e quasi cento pagine, è un’intensa autobiografia del sé e del mondo. Non mancano i rimandi alla cultura alta e popolare, dal cantautorato italiano (De André) alle arti figurative e plastiche, evidenziando come la poesia, per l’autrice, sia metaletteratura: si interroga, inietta dubbi sullo stato dell’arte e rivendica la necessità di una testimonianza autentica, vissuta “nell’eterna danza fra luci e ombre, fra vita e morte”.

In un’epoca in cui si sussurra che “il poeta è morto e non scriverà più”, Scialpi offre una risposta vibrante, trasformando il quotidiano e l’irreparabile in materia lirica.

A dialogare con l’autrice, in un dibattito a ingresso libero, saranno Federica Anelli (libraia e scrittrice) e Grazia Maremonti (scrittrice).

Un’occasione per il pubblico tarantino per addentrarsi in una “grande poesia”, come definita dalla critica, che incide “nella roccia il silenzio dell’ascolto”.

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