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Fede

L’Immacolata, i preparativi della vigilia e la festa dell’8 dicembre

Fra pastorali e provviste di cozze, baccalà e capitone. La tradizionale cena e i primi giri di tombola e settemmezzo

Festa dell'Immacolata

Un momento della processione dell'Immacolata

Quella dell’Immacolata è la prima delle vigilie delle feste natalizie in città, annunciata all’alba dalle bande cittadine. Le melodie di Ippolito, Lacerenza, De Benedictis per alcuni cullano l’ultimo sonno mentre per la casalinghe segnano la levataccia per i preparativi del cenone. La macchinetta del caffè borbotterà sul fuoco e contemporaneamente si friggeranno le pettole, da far assaporare, calde calde, a tutta la famiglia. Dal primo mattino ci sarà l’assalto alle pescherie e ai mercati rionali, tenendo d’occhio il cartellino dei prezzi che puntano sempre più verso l’alto. Per le vie non sarà difficile imbattersi in gruppi di musicanti vestiti da Babbo Natale che suonano ritornelli delle più conosciute melodie natalizie. Mettono allegria, ma in quanto a qualità delle esecuzioni è meglio lasciar perdere. A casa, ultimo giro di telefonate per la conferma degli inviti e poi al lavoro fra i fornelli. A pranzo è consigliabile mantenersi leggeri, ma non mancano coloro che fino al tramonto osservano il digiuno. I nostri vecchi, a tal proposito, dicevano: “Ci nno fàce ‘u disciùne d’a ‘Mmaculàte o jè turche o jè cane” (la traduzione è facilmente comprensibile). Il digiuno, non obbligatorio ma servirà a chiedere la pace nel mondo e nelle famiglie e in ringraziamento all’Immacolata per aver salvato la città dai terremoti del 1710 e del 1743. Un tempo si usava rompere l’astinenza con un panino di pasta soffice, detto “mescetàre” o “mescetàte”, che significa appunto “pane della vigilia”. Il pomeriggio correrà fra gli ultimi ritocchi all’albero natalizio e al presepe, in molte case ritornato al posto d’onore: un’aggiustatina al guardastelle in alto sulla grotta e la pecorella caduta da rimettere in piedi con l’ultima controllata al motore del ruscelletto. Il tutto dovrà essere pronto per l’arrivo di parenti e amici in una sorta di inaugurazione ufficiale. E per meglio assaporare l’atmosfera c’è chi farà andare il cd delle pastorali. Non guasterà un giro di carte con i nonni mentre c’è chi attenderà l’apertura dei negozi in vista degli acquisti da effettuare con la tredicesima; sarà anche l’’occasione per una bella passeggiata nella cornice delle luminarie del Centro. Non mancherà la capatina in Città vecchia per la “Sagra della pettola tarantina” (a cura di Confcommercio e Taranto Grand Tour) con numerosi esercizi che prepareranno il dolce tipico di queste festività in tante variazioni, fra le pastorali della banda Lemma e canti e balli di gruppi che interpretano le nostre antiche tradizioni musicali. Al ritorno a casa, scandiranno l’avvicinarsi della sera i giochi tradizionali, fra “stoppa”, “banchetto”, “tombola” e “settemezzo”. Quindi, tutti a tavola, fra tintinni di posate e calici da colmare con del buon Primitivo. Il tradizionale menu della sera della vigilia dell’Immacolata sarà a base soprattutto di prodotti del mare: non potrebbe essere altrimenti, visto che la nostra città, di mari, ne ha ben due. Per chi se la sente, e ottenute opportune garanzie, la tentazione è di assaggiarli crudi con un goccio di limone. Sperando che non debba pentirsene subito dopo. Sulla varietà degli altri antipasti invece ci si può sfiziare e scialare.

Per i primi la scelta si riduce agli spaghetti (o tubettini) con le cozze (o con le vongole) o con le anguille, con una “spruzzatina” di peperoncino che non se ne può proprio fare a meno. E che spettacolo quando le sperlunghe fumanti vengono portate a tavola, con tutto quel festoso e concitato “arranghe-arranghe” fra i commensali, attratti dal profumo irresistibile che in breve riempie la stanza. Profumo di mare, profumo di tarantinità! A seguire, baccalà fritto e capitone in agrodolce, piatti principi della vigilia. Non manchino sulla tavola anche le verdure, soprattutto “le mùgnele” (broccoli), lessi o stufati, in ricordo della notte insonne del terremoto del 7 dicembre 1710, quando i tarantini, fuggiti dalle case si sfamarono di ciò che le campagne del circondario offrivano in quella stagione: appunto le verdure. E a centro tavola, “acce, fenucchie e catalogne”. Poi, clementine, arance e frutta secca a volontà (non dimentichiamo le “castagne du prèvete”). Quale dolce, fette di pandoro e panettone, che nelle feste non mancheranno fino ad abbuffarsi, o, meglio ancora, “guantiere” di “sanacchiùdele” e “carteddate” Alla fine, per digerire, un bicchierino di limoncello fatto in casa o, se le nonne ricordano ancora la ricetta, di buon rosolio. Al termine, liberata la tavola, ci sarà la gran ripresa dei giochi fino a notte fonda, cercando di coinvolgere i più piccoli, finché il sonno prenderà il sopravvento.

La festa religiosa dell’Immacolata

Quest’anno ci sono delle novità per i festeggiamenti religiosi in onore dell’Immacolata, patrona principale della città assieme a San Cataldo. Innanzitutto la processione, che tornerà a svolgersi la mattina dell’8 dicembre alle ore 10.30 per le vie della città vecchia, mentre il solenne pontificale dell’arcivescovo in cattedrale sarà anticipato la sera prima, 7 dicembre, alle ore 17. Così ha scritto in proposito mons. Ciro Miniero in una l ettera a tutte le realtà diocesane, illustrando la novità: “Volendo ravvivare nella città di Taranto la devozione per l’Immacolata, compatrona principale della città, e a lei affidare il Giubileo che ci apprestiamo a cominciare, desidero che la celebrazione eucaristica nella cattedrale sia arricchita dalla presenza dei parroci, almeno dei consigli pastorali delle comunità, dei consigli di amministrazione delle confraternite e delle rappresentanze delle associazioni e dei movimenti ecclesiali presenti nel comune di Taranto e delle sue frazioni (Talsano, Lama e San Vito). Per tale ragione, conoscendo la grande devozione del popolo tarantino che affolla le nostre chiese il giorno di questa solennità, per favorire un’agevole partecipazione senza alterare la vita della comunità, il 7 dicembre presiederò la messa alle ore 17 in cattedrale”.

“Al termine della celebrazione – aggiunge – consegnerò alle nostre parrocchie un cero perché arda ai piedi delle effigi mariane delle nostre comunità, come segno di unità attorno alla sua Patrona”.

Inoltre, per venire incontro ai membri delle confraternite, dando loro la possibilità di trascorrere maggior tempo della festa con le loro famiglie, mons. Miniero ha acconsentito quest’anno alla richiesta di poter svolgere la processione la mattina dell’8 dicembre, ripristinando in forma sperimentale un’antica consuetudine.

Questo il programma completo dei festeggiamenti a cura della confraternita dell’Immacolata (priore, Angelo De Vincentis).

Venerdì 29 novembre, per l’inizio della novena, alle ore 17.30 il venerato simulacro dell’Immacolata sarà portato dalla cattedrale al santuario della Madonna della Salute, accompagnato, oltre che dalla confraternita, dai Cavalieri di Malta e dalla banda “Santa Cecilia”. Dal 30 al 6 dicembre, la novena si svolgerà con il santo rosario alle ore 18 e la santa messa alle ore 18.30. Domenica 1 dicembre, alle ore 18.30, durante la celebrazione eucaristica, cerimonia di professione dei nuovi confratelli e consacrazione dei bambini all’Immacolata. Sabato 7 dicembre, in cattedrale, alle ore 17 avrà luogo il solenne Pontificale dell’arcivescovo. Domenica 8, alle ore 9.30 santa messa celebrata da mons. Emanuele Ferro, parroco della cattedrale e padre spirituale della confraternita; a seguire, la processione per le vie della città vecchia, con tutte le confraternite, i Cavalieri di Malta e la banda musicale “Santa Cecilia”, diretta dal maestro Giuseppe Gregucci. L’itinerario prevede una deviazione su corso Vittorio Emanuele per la presenza del cantiere di ristrutturazione a palazzo Carducci (facciata via Duomo): quindi dopo l’uscita s’imboccherà largo arcivescovado, corso Vittorio Emanuele, vico San Pietro Imperiale (davanti alla chiesa di San Domenico), pendio San Domenico, piazza Fontana, via Garibaldi, via Sant’Egidio, via Di Mezzo e rientro per via Duomo fino alla cattedrale.

In serata la statua dell’Immacolata, dopo la santa messa delle ore 18, sarà portata processionalmente, accompagnata dalla banda Paisiello, nella chiesa di San Michele (sua antica sede) che, dopo opportuni interventi di messa in sicurezza, potrebbe presto esser riaperta al culto.

Fra le manifestazioni collaterali, dal 29 novembre all’8 dicembre, in una cappella del santuario della madonna della Salute si potrà visitare una mostra fotografica su processione dell’Immacolata. Inoltre venerdì 6, sempre alla Madonna della Salute, alle ore 20,il complesso bandistico “Città di Crispiano” diretto dal maestro Francesco Bolognino terrà un concerto di musiche natalizie.

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