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Taxi driver socialista

Felice Iossa si dimette dalla direzione e dal Psi

Il malessere latente dell'area riformista : "Si è scelto un candidato presidente senza una vera discussione, senza un programma, senza un'idea di futuro.

Felice Iossa si dimette dalla direzione e dal Psi

"Il Psi non è un taxi ma un insieme di valori, principi e una comunità che ha sofferto molto e che intendeva rilanciarsi riallacciando i fili con la propria storia. Non siamo mai stati subalterni a nessuno, e non possiamo esserlo oggi".

Quanto sta avvenendo in Campania, e non solo, alla vigilia di un decisivo test elettorale regionale (che da oggi riguarda Marche e Valle d’Aosta, a seguire Calabria e Toscana e per finire Campania, Veneto e Puglia) richiama alla mente il film diretto da Martin Scorsese: il modo in cui la società tratta  i "veterani". Le difficoltà che devono affrontare nel tentativo di reintegrarsi nella vita sociale e, nel nostro caso, politica.

Il ritorno del Socialismo riformista nel panorama politico attraverso esponenti che non hanno esitato a profondere un rinnovato impegno forti della loro esperienza della loro Cultura e della loro fede Socialista.

Felice Iossa, dirigente nazionale e responsabile Mezzogiorno del Psi, ha in queste ore diffuso una nota in cui motiva le proprie dimissioni dalla direzione e dal PSI: "Una decisione sofferta, maturata, spiega, segnata da conflitti permanenti e scelte che nulla hanno a che vedere con i valori del socialismo".

E' il segno evidente di un metodo e una prassi che sta creando un crescente disagio fra gli elettori politicizzati restii a sostenere un progetto che prova a mettere insieme i numeri eludendo il nodo decisivo della governabilità.

Roberto Fico tira dritto, forte della sua candidatura condivisa dal cosiddetto campo largo con un progetto progressista comune, per battere il centrodestra. Tuttavia non rinuncia a marcare le distanze con cui il M5s continua ad identificarsi: reddito di cittadinanza regionale, raccolta differenziata e del riciclo, come alternativa al termovalorizzatore di Acerra. Agita la forbice del "codice etico" che potrebbe tagliare dalle liste alcuni candidati. Vincenzo De Luca, da parte sua, nelle sue tante, forse troppe, esternazioni social, continua a rendere precaria la candidatura di Fico considerandola "solo un inizio”, che va verificata sul programma e, nel frattempo, lavora alla formazione di una seconda lista civica, o quanto meno a sistemare consiglieri uscenti e i suoi, invadendo il campo dell'area socialista. Probabilmente perché nel PSI c'è chi glielo consente...

"Non si può candidare nelle fila del Psi, chi è molto distante dai valori di questo partito chi solo per scopi personali non ha esitato a chiudere la porta a coloro che l'avevano eletta, per supportare chi fino ad allora non solo aveva osteggiato, ma da cui aveva ricevuto offese pesantissime. Chi insomma mette da parte la dignità per la poltrona. Non posso accettare che il Psi candidi chi ha offeso in modo indegno un sindaco socialista (Lello Russo, sindaco di Pomigliano) che a questo partito ha dato tutto se stesso, dopo averlo prima supportato e poi attaccato in maniera vergognosa per questioni che nulla hanno a che vedere con la politica e con gli alti principi socialisti."

Il riferimento esplicito di Felice Iossa è a Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio Regionale della Campania, ex esponente del Movimento 5 Stelle, con le sue migrazioni, prima contro e oggi vicina a Vincenzo De Luca, che vorrebbe candidarla proprio nella lista del PSI.

Dalla dichiarazione diffusa all'ANSA dall'on. Felice Iossa, emerge un malessere latente dell'area riformista da lui rappresentata: "Si è scelto un candidato presidente senza una vera discussione, senza un programma, senza un'idea di futuro. Si è persa l'occasione di costruire una nuova visione per il Mezzogiorno, capace di parlare ai più deboli, alle imprese, di affrontare le questioni ambientali e di promuovere uno sviluppo duraturo". "Oggi si prova ad invadere il campo socialista con candidature di dubbia identità, abituate a razzolare il pascolo dell'opportunismo e, nei confronti dei socialisti "storici" si vorrebbe agitare la falce del codice etico", che rappresenta un'offesa alla Costituzione e alle leggi dello Stato: è la legge che stabilisce chi può candidarsi e chi no".

Intanto, in rete, si moltiplicano attestati di stima e solidarietà nei confronti di Iossa, in particolare da parte di storici esponenti socialisti. Ne riportiamo una che dimostra come anche alla base la misura sia colma: A farsene interprete Aniello Savarese:

Riportare i Socialisti nelle Istituzioni per riaffermare la Cultura e la pratica del Socialismo Riformista di cui il Paese avverte il bisogno. "Con rammarico devo ribadire che una scellerata conduzione, a cui i Socialisti stanno assistendo passivamente, ci pone nelle condizioni di scegliere di ritornare apolidi. I nostri Ideali, la nostra Cultura non si barattano e non si svendono"...

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