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Il caso

«Concorso flop? No, è andato in tilt il sistema Taranto»

Aigi: «Il problema sono le cause»

Il muraglione dell'Arsenale

Il muraglione dell'Arsenale

Quello del concorso-flop per l'Arsenale di Taranto è un tema che sta tenendo banco. Ad offrire una lettura diversa di quanto avvenuto è il presidente di Aigi Taranto, Fabio Greco, che stigmatizza le polemiche legate al recente concorso pubblico per titoli ed esami per 315 posti di unità non dirigenziale, nei ruoli dell’Amministrazione della Difesa, per l’Arsenale militare marittimo di Taranto le cui prove scritte sono state superate solo da 160 candidati su 5200 partecipanti.

«Non abbiamo alcuna intenzione di minimizzare rispetto alla gravità del dato che emerge dall’esito del concorso» dice Greco «quello che ci preoccupa maggiormente però sono le cause che hanno determinato tale risultato e che riguardano l’intero Sistema Taranto che è in default». Spiega il presidente dell'associazione che raggruppa diverse imprese dell'indotto siderurgico e metalmeccanico: «Se mancano i periti tecnici c’è di sicuro un problema legato alla formazione professionale ma non possiamo non affrontare il dato generale più preoccupante: la desertificazione della città e la fuga dei giovani verso altre realtà». E secondo Greco questo è avvenuto «anche a causa della propaganda che si è fatta negli anni legata all’inquinamento». «Basterebbe leggere i dati legati al decremento demografico» aggiunge. «Nel giro di un decennio la città si è svuotata e la popolazione è scesa a circa 190 mila unità».

L'incubo default

«Quando parliamo di default del Sistema Taranto non lo facciamo con leggerezza ma con i fatti. Basti pensare alla recente proposta di accorpamento delle Autorità Portuali pugliesi. Di fatto uno scippo alla città di Taranto perché se la proposta dovesse essere accolta resterebbe in piedi solo l’Authority del capoluogo pugliese» continua Greco «ecco perché invito tutti ad un serio esame di coscienza prima di allarmarsi per il particolare senza analizzare il dato generale». «Come A.i.g.i. - associazione che ad oggi conta 78 imprese e tre Consorzi - abbiamo invitato tutte le associazioni di categoria maggiormente rappresentative del territorio a fare fronte comune e stiamo già interloquendo con alcune di loro per  tentare di adottare una strategia unitaria che tenti di sbloccare questo grave stato di crisi che in maniera endemica sta colpendo tutti i comparti produttivi del territorio e che richiede uno sforzo comune e una forte levata di scudi da parte di tutte le aree economiche e rappresentative della città».

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