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Il ricordo

«Viviamo i prossimi anni con intelligenza»

L’ultimo messaggio di Domenico Cassalia

Domenico Cassalia

Domenico Cassalia, noto imprenditore tarantino, scomparso nei giorni scorsi

Domenico Cassalia, imprenditore d’eccellenza tarantina, se ne è andato in punta di piedi, anche se eravamo in cinquecento in chiesa (e fuori) per l’ultimo commosso saluto. Cassalia è stato un grande dell’edilizia e dell’economia del territorio ionico insieme ad altri grandi nomi come Buttiglione, Lazzoni, Argento, Andrisano, Ruta, De Bartolomeo, Caramia.  Ha lasciato il segno come ottimo amministratore anche nelle associazioni come Confindustria, Ance e Cassa Edile. Ha firmato e realizzato tanti progetti con il suo stile inconfondibile che è stato raccolto e rigorosamente interpretato dal figlio Antonello (oggi presidente di Cassa Edile, ndr). Di recente era arrivato anche l’ambìto riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica del titolo di Commendatore  della Repubblica per meriti di lavoro.  Molti ricordano la sua grande capacità di mediazione e di dare consigli. Ho avuto modo di conoscere Domenico Cassalia negli anni e solo pochi giorni fa, nell’assise dei sessant’anni della Cassa Edile, ha lanciato un breve, semplice messaggio, una piccola parte della sua vision che qui mi piace riportare pedissequamente:

“Faccio un intervento forse fuori luogo perché non avrei i titoli necessari per esprimere giudizi o valutazioni di politica economica generale (ma forse un ruolo ce l’ho, quello di presidente della Fondazione Taranto e la Magna Grecia)

Ritengo allora che noi stiamo per vivere un momento esaltante per il nostro territorio.

Come lo possiamo vivere? In due modi, con la convinzione di dire “chiunque venga, sono io quello bravo,  sono io quello che ha priorità assoluta, o intelligentemente sfruttando come si fa, nel momento in cui si prende una valigetta in mano e si cammina per  andare a cercare lavoro,  creare le condizioni per realizzare sinergie e collaborazioni con soggetti che hanno tecnologia e capacità da offrirci.

L’innovazione è il frutto anche non tanto di una ricerca ma è quello forse di scoprire qualcosa che già sostanzialmente sul territorio esiste. Ritengo allora che i prossimi anni saranno estremamente interessanti, vanno vissuti con intelligenza senza creare le condizioni che caratterizzano il nostro territorio, che è quello di doverci sempre azzannare inutilmente fra noi, ma è quello di trovare quella sinergia necessaria: c’è un pezzo per tutti, secondo me, solo che bisognerà conquistarselo, non tanto perché si è “locali” ma perché si ha la capacità di poter gestire quel pezzo”.

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