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29 Settembre 2025 - 17:35
Renato Zero (foto Simone Cecchetti)
ROMA – Il 30 settembre Renato Zero festeggia il suo 75° compleanno con il nuovo album “L’OraZero” in arrivo venerdì prossimo, 3 ottobre, e con i concerti de “L’OraZero in tour” del 2026.
Per il suo “L’OraZero in tour” Zero regala nuove emozioni al suo pubblico universale proponendo una setlist che unisce i brani simbolo della sua inimitabile storia artistica lunga oltre 50 anni alle tracce contenute nel nuovo progetto “L’OraZero”; “L’OraZero in tour” l’8 e 9 aprile 2026 toccherà Bari al Palaflorio.
«In tour porterò sia Renato che Zero: c’è un equilibrio naturale, una necessità da parte mia di spendersi ed essere generosi verso se stessi – ha accentuato – Il pubblico per me è una presenza che non si distacca dalla strada e dal quotidiano: fino ad allora mi devo preparare a presentarmi vergine a chi vuole da me sensazioni. Ho pensato ai bambini e agli anziani che mi aspetto di trovare con quella felicità e quell’abbraccio per un nuovo percorso per combattere la solitudine e il disagio. Sarò ancora originale come nei miei costumi e come da tradizione, con un’orchestra molto nutrita, di tutto rispetto, archi, tamburi, e una band con sonorità moderne. Con ostinazione per non rinunciare alla nostra indipendenza, contro la guerra che non accetta libertà, riprendendo il dialogo con la vita e con Renato per la stima che ho di me stesso».
Venerdì prossimo 3 ottobre, invece, Renato Zero si ripropone discograficamente con l’album “L’OraZero” che si offre come una porta aperta al dialogo, alla condivisione dei pensieri, ma anche alla possibilità concreta di un cambiamento profondo. In un mondo che urla e che sgomita, Zero è mosso dall’urgenza di riaffermare le basi fondamentali del vivere: l’amore come energia inesauribile che tiene accese le relazioni umane; l’amicizia come presenza che consola e sostiene; il rispetto come principio irrinunciabile che permette di vivere in armonia con se stessi e con gli altri.
«La mia ora zero è quella di tutti, siamo prigionieri di noi stessi, non abbiamo energie per sopraffare certe scelte politiche e si indebolisce la nostra autonomia – ha commentato – L’elisir mi sembra anche un po’ riduttivo, mi piacerebbe di fare affidamento a più opzioni per potermi garantire di andare avanti».
Il viaggio di “L’OraZero” si articola in 19 tracce: diciannove differenti mondi, ognuno dei quali ha le proprie radici, regole, bisogni, contraddizioni e utopie.
«Frase storica ma opportuna: gli esami non finiscono mai – ha osservato – Capita in un momento particolare e attraversa tutta la comunità con 19 opportunità: in ognuno di noi c’è una guerra, situazione da sistemare e cerco di vincerla questa battaglia e la paura la provo anch’io e più disadorni di così non potevamo trovarci».
Dopo “Spalle al muro”, Mariella Nava ha ora dato a Renato “Ancora nuovi giorni”.
«Mariella è una presenza che difficilmente manca nei miei dischi – ha detto – Ci sono poi anche giovani come Diodato che vogliono lasciare una traccia di loro stessi, ma non è in questo album».
La cover del disco
“L’OraZero” sono mondi che si rivelano attraverso linguaggi molteplici e inaspettati, capaci di dare voce a emozioni e prospettive unite da un unico filo conduttore: è la continua e inarrestabile ricerca di espressione.
«Ho usato un linguaggio temperato e morbido anche nella contestazione, nell’affrontare a muso duro, mi sono addentrato in percorsi abbastanza tostarelli, in temi di guerra e situazione precarie – ha fatto notare – Anche la musica si deve adoperare, la spiritualità gioca un suono importante, sentirsi cittadini del mondo, un lavoro impegnativo in momenti di grande cambiamento e mi sento in diritto e in dovere di esprimere i miei pensieri».
Anticipato il 12 settembre dal singolo “Senza”, primo tassello di una narrazione che ora si svela nella sua interezza, “L’OraZero” è un cammino che accoglie esperienze, emozioni e possibilità sempre nuove, dove ogni passaggio contribuisce a dare profondità e significato al viaggio zeriano.
«Dobbiamo educarci ancora alla piazza, più convinti e alleati quando cerchiamo con la nostra presenza di comprendere le nostre ragioni – ha sottolineato – Non conosco una ricetta per l’atteggiamento da assumere in questi casi ma queste canzoni sono la medicina per me di affrontare il pubblico e dobbiamo trovare degli alibi: dobbiamo cercare di non farci sporcare. L’arte fa questo lavoro ma anche di più: per me la pace non può essere una manifestazione collettiva, l’ho sempre ricercata: è l’abbraccio di una musica per sentirci più padroni della vita».
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Testata: Buonasera
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