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Cinema

"Palazzina Laf": alla Festa del cinema di Roma la presentazione del film di Riondino

Sabato 21 ottobre il debutto nella Capitale, il 30 novembre la proiezione in tutte le sale cinematografiche italiane

Michele Riondino in "Palazzina Laf"

Michele Riondino in "Palazzina Laf"

Sarà proiettata sabato, 21 ottobre,  alla “Festa del cinema” di Roma (ore 19 - sala Petrassi per la sezione “Grand Public”), l’opera prima da regista dell’attore tarantino, Michele Riondino, dal titolo “Palazzina Laf” il cui arrivo in tutte le sale cinematografiche italiane è previsto il 30 novembre, distribuito da BIM Distribuzione.

«Il 30 novembre esce nei cinema Palazzina LAF, la prima opera da regista di una persona a cui, da molti anni, voglio bene come un fratello e che stimo profondamente sia artisticamente che umanamente, Michele Riondino», ha scritto, qualche giorno fa, su  Instagram Diodato che ha preso parte alla colonna sonora del film con la sua canzone.

Diodato: è del cantautore tarantino una delle canzoni che compongono la colonna sonora del film di Riondino, "La mia terra"

“Palazzina Laf”

Prodotto da Palomar, Bravo e Bim Distribuzione con Rai Cinema e in coproduzione con la francese Paprika Films e il sostegno di Apulia Film Commission e Regione Puglia, oltre a Riondino nella duplice veste di regista e attore, “Palazzina Laf” vede nel cast gli attori Elio Germano, Vanessa Scalera, Domenico Fortunato, Gianni D’Addario, Michele Sinisi, Fulvio Pepe, Marina Limosani, Eva Cela, Anna Ferruzzo, con la partecipazione di Paolo Pierobon.

La trama

Ambientato nel 1997, "Palazzina Laf" racconta la vicenda di Caterino, uomo semplice e rude è uno dei tanti operai che lavorano nel complesso industriale dell’Ilva di Taranto. Vive in una masseria caduta in disgrazia per la troppa vicinanza al siderurgico e nella sua indolenza condivide con la sua giovanissima fidanzata il sogno di trasferirsi in città. Quando i vertici aziendali decidono di utilizzarlo come spia per individuare i lavoratori di cui sarebbe bene liberarsi, Caterino comincia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi solo ed esclusivamente alla ricerca di motivazioni per denunciarli.

Ben presto, non comprendendone il degrado, chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina Laf, dove alcuni dipendenti, per punizione, sono obbligati a restarvi privati delle loro consuete mansioni. Questi lavoratori non hanno altra attività se non quella di passare il tempo ingannandolo giocando a carte, pregando o allenarsi come fossero in palestra. Caterino scoprirà sulla propria pelle che quello che sembra un paradiso, in realtà non è che una perversa strategia per piegare psicologicamente i lavoratori più scomodi, spingendoli alle dimissioni o al demansionamento. E che da quell’inferno per lui non c’è via di uscita.

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