Cerca

Cerca

Bari

Giovani in fuga dalla Puglia, l’allarme sui dati Cnel: in 130mila hanno lasciato casa

Dal 2011 al 2024 persi non solo laureati in direzione Nord Italia ed estero. Frontini della Uil: mercato del lavoro poco attrattivo, servono salari adeguati e welfare efficiente

Giovani in fuga dalla Puglia

Giovani in fuga dalla Puglia

BARI - La Puglia continua a perdere giovani e capitale umano, con effetti pesanti sul tessuto economico e sociale della regione. Dal 2011 al 2024 hanno lasciato il territorio 130.000 giovani, in gran parte nella fascia di età 18-34 anni, scegliendo come destinazione il Nord Italia o l’estero. A certificarlo è il Cnel, nel primo rapporto sull’attrattività dell’Italia per i giovani dei Paesi avanzati, che stima in 40 miliardi di euro il valore economico sottratto alla regione in poco più di un decennio.

A richiamare l’attenzione su questi numeri è il segretario generale della Uil Puglia, Stefano Frontini, che in una nota sottolinea come 103.000 giovani abbiano optato per il trasferimento nelle regioni settentrionali, mentre gli altri abbiano scelto l’emigrazione all’estero. Tra le mete preferite figurano Germania, con il 31%, Regno Unito con il 22,5% e Svizzera con il 16,2%.

Secondo Frontini, la fuga dei giovani è strettamente legata alla diffusione del lavoro precario, una condizione che colpisce in modo particolare le nuove generazioni. Nel solo ultimo anno, evidenzia il sindacato, l’80% dei contratti stipulati è stato a termine, contribuendo a rendere il mercato del lavoro regionale poco stabile e scarsamente attrattivo.

Il fenomeno, aggiunge la Uil, non riguarda esclusivamente i laureati. A lasciare la Puglia sono giovani con diversi livelli di istruzione: il 27,7% ha un basso livello formativo, il 40,7% un livello medio e il 31,5% un livello alto. Un dato che, secondo il sindacato, dimostra come la debolezza del mercato del lavoro interessi tutti i settori e tutte le qualifiche.

Nel quadro nazionale, la Puglia si colloca tra le regioni con minore capacità di attrazione, risultando quintultima in Italia. Peggiori risultati, secondo i dati richiamati, si registrano solo in Basilicata, Campania, Sicilia e Calabria.

Per invertire la tendenza, conclude Frontini, è necessario rendere il mercato del lavoro più competitivo e inclusivo, puntando su stipendi adeguati, su un modello organizzativo che favorisca la conciliazione tra vita privata e lavoro e su un sistema di welfare efficiente e capillare, elementi che rappresentano oggi le principali aspettative dei giovani nella scelta di restare o tornare in Puglia.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori