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Taranto

Unesco promuove la cucina italiana, entusiasmo per il riconoscimento storico

Dalla politica nazionale al Parlamento europeo fino alle rappresentanze pugliesi, ampia soddisfazione per l’ingresso della tradizione gastronomica italiana tra i patrimoni culturali immateriali dell’umanità. Identità, salute e ruolo delle scuole al centro delle reazioni

La dieta mediterranea

La cucina italiana - archivio

TARANTO – Il via libera dell’Unesco all’inserimento della cucina italiana tra i patrimoni culturali immateriali dell’umanità scatena una serie di reazioni entusiaste nel mondo politico. Il deputato di Fratelli d’Italia Dario Iaia definisce il risultato un riconoscimento che premia la profondità culturale della tradizione gastronomica nazionale, frutto – sottolinea – del sostegno del Governo Meloni e del lavoro condotto dai ministri Francesco Lollobrigida e Gennaro Giuli nella fase di candidatura. Per l’esponente pugliese, la decisione dell’organismo internazionale valorizza l’impegno quotidiano di famiglie, agricoltori e ristoratori che custodiscono un patrimonio tramandato da generazioni.

Sulla stessa linea si colloca il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che parla di un riconoscimento capace di restituire prestigio alla qualità dei prodotti italiani e alla valenza identitaria della cucina nazionale. Valditara richiama il ruolo centrale dei saperi artigianali e delle tecniche trasmesse nel tempo, ricordando come questo bagaglio culturale viva ogni giorno nelle attività didattiche degli istituti alberghieri e agrari e nelle iniziative di educazione alimentare rivolte ai più giovani. Il ministro evidenzia inoltre il contributo delle scuole tecniche e professionali, dove tradizione e innovazione convivono in un percorso formativo che mantiene vivo un patrimonio considerato simbolo della creatività italiana.

Da Bruxelles arriva il commento dell’eurodeputato Michele Picaro del gruppo ECR–FdI, che definisce la decisione dell’Unesco una conquista culturale, economica e sanitaria. L’esponente della Commissione ENVI sottolinea come la tradizione gastronomica italiana rappresenti un equilibrio tra qualità, storia e attenzione alla salute, richiamando l’importanza di una corretta alimentazione affiancata da attività fisica e stili di vita sani. Picaro rimarca che la prevenzione di obesità, malattie cardiovascolari, diabete e altre patologie croniche passa anche attraverso politiche strutturate di educazione alimentare e valorizzazione della Dieta Mediterranea, considerata un modello scientificamente riconosciuto. Per l’eurodeputato, il riconoscimento internazionale rafforza la difesa del Made in Italy e dei produttori italiani contro modelli alimentari uniformati e privi di radici, inserendosi in un contesto che ha anche una ricaduta geopolitica ed economica. L’esponente pugliese conclude evidenziando come investire sulla prevenzione significhi costruire una comunità più sana e consapevole, invitando le istituzioni europee a dare spazio a queste priorità.

Soddisfazione anche dalla senatrice pugliese Maria Nocco di Fratelli d’Italia, che interpreta l’inserimento della cucina italiana tra i patrimoni immateriali come una tappa decisiva nella valorizzazione di un settore che coinvolge l’intera filiera agroalimentare, dal campo alla tavola. La parlamentare attribuisce particolare rilievo al lavoro condotto dal ministro Francesco Lollobrigida, che – afferma – ha posto al centro dell’azione politica la tutela delle produzioni nazionali e delle comunità rurali. Nocco richiama inoltre il peso economico del comparto, che muove decine di miliardi di euro e sostiene centinaia di migliaia di posti di lavoro, con un impatto significativo soprattutto nel Mezzogiorno.

Per la senatrice, il riconoscimento assume un valore simbolico ancora più forte per il Sud e per la Puglia, dove la cucina rappresenta storia, cultura, economia e socialità. Le filiere dell’olio, del grano duro, dell’ortofrutta, della zootecnia e della pesca – sottolinea – costituiscono alcune delle eccellenze che hanno contribuito a rafforzare l’immagine del Paese a livello internazionale. Nocco guarda infine al futuro, sostenendo che la decisione dell’Unesco debba diventare uno stimolo a proseguire sulle strade della qualità, della sostenibilità e della tutela dell’identità nazionale, trasformando il prestigioso traguardo in un volano di sviluppo per l’Italia.

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