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Taranto

Ex Ilva, la Fim Cisl: «Piano corto da ritirare e ripartenza condivisa»

D’Alò e Prisciano: «Per Taranto quattro DRI e tre forni elettrici. Governo convochi subito il tavolo»

Il Consiglio di fabbrica ex Ilva oggi a Taranto

Il Consiglio di fabbrica ex Ilva oggi a Taranto

TARANTO – La vertenza ex Ilva vive una giornata definita «decisiva» dai vertici della Fim Cisl, che rivendicano un avanzamento significativo nel confronto istituzionale. Il segretario nazionale Valerio D’Alò e il segretario generale territoriale Biagio Prisciano sottolineano come la piattaforma unitaria per la ripartenza dello stabilimento sia ormai diventata patrimonio comune di Governo, enti locali e organizzazioni sindacali, con una visione condivisa sulle infrastrutture necessarie per il futuro produttivo del sito.

Per il sindacato, la linea è chiara: il piano corto presentato dal Governo deve essere ritirato perché ritenuto incompatibile con la salvaguardia occupazionale e industriale. La richiesta è quindi quella di una convocazione urgente a Palazzo Chigi per un tavolo di confronto unico che coinvolga tutti i lavoratori e tutte le componenti istituzionali.

Nel documento condiviso con Comune di Taranto, Provincia e Regione Puglia, la Fim ribadisce la necessità di realizzare quattro impianti DRI e tre forni elettrici, un percorso che dovrà essere accompagnato da interventi di ambientalizzazione e dalla gestione della transizione sociale, affinché nessun dipendente resti escluso dal nuovo assetto produttivo.

Per D’Alò e Prisciano, l’atto ufficiale firmato da fabbrica, sindacati e istituzioni locali elimina ogni alibi: ora il Governo deve avviare un progetto vero di decarbonizzazione e garantire strumenti adeguati per assicurare continuità produttiva e occupazionale.

Restano da definire i dettagli su come verrà garantito l’approvvigionamento energetico necessario al funzionamento dei nuovi impianti, mentre il sindacato auspica che la ripartenza possa concretizzarsi al più presto, dato il peso strategico dello stabilimento sull’economia del territorio.

La Fim Cisl ribadisce infine che il percorso di rilancio dovrà tutelare in modo chiaro i lavoratori di Acciaierie d’Italia in AS, di Ilva in AS e, soprattutto, le migliaia di addetti dell’appalto e dell’indotto, considerati l’anello più fragile dell’intera filiera industriale.

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