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Taranto
10 Dicembre 2025 - 11:52
Le dichiarazioni del Governatore uscente Michele Emiliano dopo il Consiglio di Fabbrica ex Ilva
TARANTO – Al termine del Consiglio di Fabbrica riunito nel polo siderurgico, il governatore uscente Michele Emiliano ha commentato l’intesa raggiunta tra enti locali e organizzazioni sindacali sul documento unitario da presentare al Governo per il futuro dell’ex Ilva. Emiliano ha parlato di una giornata “inedita”, segnata dall’adesione congiunta del fronte sindacale e delle istituzioni territoriali a una piattaforma comune che chiede all’Esecutivo un impegno diretto per il rilancio del sito.
Il presidente della Regione ha spiegato che la richiesta centrale rivolta al Governo riguarda il rispetto del piano di rilancio originario, che prevede 4 forni DRI e 4 forni elettrici, con 3 impianti a Taranto e 1 a Genova. Per Emiliano, questo percorso resta l’unico in grado di garantire tutela occupazionale, sostenibilità ambientale e continuità produttiva. Da qui la necessità, ha detto, che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni intervenga personalmente “per assicurare una responsabilità pubblica nella realizzazione del piano”, considerato che nessun soggetto privato, da solo, può garantire la stabilità necessaria a un progetto di tale portata.
Nel corso del confronto con i giornalisti, Emiliano ha ribadito che la questione dell’approvvigionamento del gas è stata spesso usata per dividere la comunità, mentre “a Taranto il gas può arrivare in molteplici modi”, senza dover dipendere dalla sola nave rigassificatrice. Il governatore ha poi denunciato il rischio che interessi industriali di “piccolo cabotaggio” puntino a frammentare l’impianto in più unità produttive, minando la coesione tecnologica e strategica del sito. Una prospettiva che, secondo Emiliano, danneggerebbe Taranto dopo decenni di sacrifici compiuti anche nell’interesse di altri poli siderurgici del Paese.
Il governatore ha richiamato la necessità di una solidarietà nazionale autentica, ricordando le storiche disparità infrastrutturali e di servizi tra Nord e Sud. “L’Italia o si salva tutta insieme o non si salva” ha dichiarato, sottolineando come nel dibattito pubblico emergano ancora differenze che penalizzano il Mezzogiorno, dalla scuola al sistema giudiziario, fino ai trasporti.
A proposito della posizione del sindaco sul rigassificatore, Emiliano ha evidenziato che anche il primo cittadino ha firmato il documento unitario, confermando una linea comune sul fatto che il gas possa giungere attraverso pipeline onshore, senza dipendere necessariamente dalla nave.
Quanto agli scenari industriali, Emiliano ha definito “unico e non sostituibile” il piano che prevede 3 forni elettrici e un impianto DRI dedicato: l’unica strada, ha ripetuto, per salvare Taranto e la siderurgia italiana. Senza questo percorso, ha avvertito, il rischio è la chiusura del sito, con conseguenze disastrose sul tessuto economico e sociale.
Il governatore ha poi affrontato il nodo della decarbonizzazione, spiegando che il cosiddetto “piano corto” è ormai privo di prospettive e che lo stesso ministro Urso, nell’ultimo incontro, avrebbe riconosciuto l’insostenibilità di quel modello. Tuttavia, Emiliano ha osservato che il Governo considera quel piano utile per sostenere temporaneamente la manodopera, motivo per cui è indispensabile un intervento pubblico diretto che rispetti le regole europee e costituzionali.
In conclusione, Emiliano ha indicato la necessità che alla gara per l’acquisizione dell’Ilva partecipino i grandi gruppi industriali a controllo statale, chiamati a farsi carico del futuro della siderurgia nazionale. Un coinvolgimento che, secondo il governatore uscente, rappresenta l’unica risposta possibile per evitare una crisi irreversibile e garantire a Taranto un futuro industriale stabile e moderno.
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