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Bari
10 Dicembre 2025 - 07:07
Il Palazzo di Città di Bari
BARI - La giunta comunale ha approvato le tariffe 2026 del Canone unico patrimoniale, su proposta dell’assessore al Bilancio e alla Fiscalità Locale Diego De Marzo, atto necessario alla predisposizione del Bilancio 2026/2028 come previsto dalla legge. Il provvedimento riguarda il canone per concessioni, occupazioni ed esposizioni pubblicitarie disciplinato dalla Legge 160/2019.
La decisione politicamente più significativa riguarda le occupazioni di suolo pubblico dei pubblici esercizi, in particolare sedie e tavolini, per le quali la giunta ha stabilito di non applicare l’ulteriore aumento previsto per il 2026, che avrebbe innalzato la tariffa da 0,18 a 0,24. La scelta è stata motivata dai numerosi cantieri cittadini – in particolare quelli legati alla Bus Rapid Transit (BRT) e agli interventi finanziati dal PNRR – che stanno incidendo temporaneamente sulle attività commerciali.
Nel 2025 era già stato applicato il primo adeguamento del 50 per cento, da 0,12 a 0,18, per allineare Bari ai valori minimi medi adottati da altre città italiane. Per il 2026, invece, si procederà unicamente alla rivalutazione Istat, che sarà calcolata una volta disponibile l’indice dei prezzi al consumo al 31 dicembre 2025, come previsto dalla normativa.
Le tariffe restano differenziate in base alle zone della città, secondo il Regolamento comunale che suddivide il territorio in microzone, con importi variabili a seconda dell’area e del tipo di occupazione.
«Abbiamo deciso di sospendere il secondo adeguamento – spiega De Marzo – per tutelare le attività economiche mentre la città affronta una fase delicata, segnata da tanti cantieri del PNRR e dalla costruzione della BRT. Nel 2025 abbiamo raggiunto l’obiettivo di riportare le tariffe ai livelli minimi nazionali, ma ulteriori aumenti sarebbero oggi un peso eccessivo. Continueremo a monitorare l’avanzamento dei lavori in un quadro di massima trasparenza».
Favorevole anche la posizione dell’assessore allo Sviluppo locale Pietro Petruzzelli, che conferma la volontà di sostenere gli imprenditori durante la trasformazione urbana: «Bloccare l’aumento del canone è una scelta che va incontro alle esigenze di chi, con il proprio lavoro, contribuisce alla crescente attrattività di Bari e sta già affrontando disagi dovuti ai cantieri».
Il comunicato ripercorre inoltre le tappe della riforma del Canone unico patrimoniale: dalla definizione delle microzone con la delibera 125/2021, agli aggiustamenti introdotti dopo il primo anno di applicazione, fino alle agevolazioni del 2021 per mitigare gli effetti della pandemia. Nel 2022 la giunta ha rimodulato i coefficienti per ridurre le differenze tra le aree cittadine, mentre nel 2025 ha avviato un percorso graduale di aggiornamento delle occupazioni economiche del suolo pubblico.
L’aumento da 0,18 a 0,24, previsto inizialmente per il 2026, viene quindi rinviato al 2027 o comunque a fine cantierizzazione, quando l’impatto dei lavori – dalla BRT agli interventi stradali e pedonali diffusi – sarà rientrato.
Con questa scelta, l’amministrazione comunale intende garantire un equilibrio tra sostenibilità fiscale, sostegno al tessuto economico e continuità dei servizi in una fase di forte trasformazione urbana.
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