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Taranto

Nuova aggressione a un autista Kyma, il Sinai: “Situazione fuori controllo”

Secondo caso in poche ore sulla linea 17 al quartiere Paolo VI. Il sindacato denuncia un livello di insicurezza ormai insostenibile e chiede un tavolo permanente in Prefettura per rafforzare controlli e tutela del personale

Kyma mobilità

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TARANTO – A distanza di due giorni dall’episodio avvenuto il 6 dicembre, un altro autista di Kyma Mobilità sarebbe stato vittima di un’aggressione mentre era in servizio sulla linea 17, in via della Liberazione, nel quartiere Paolo VI. L’uomo sarebbe stato colpito da un soggetto non identificato e soccorso dal personale del 118, intervenuto insieme ai carabinieri che hanno avviato i primi accertamenti.

Secondo il SINAI, il Sindacato indipendente nazionale degli Autoferrotranvieri-Internavigatori, l’episodio conferma un’escalation che nell’arco di 48 ore ha visto due lavoratori dell’azienda di trasporto pubblico finire nel mirino. Nel caso del 6 dicembre, un conducente era stato raggiunto al volto da un individuo che pretendeva di salire a bordo fuori fermata. Due giorni dopo, un nuovo assalto ha nuovamente interrotto il servizio, alimentando la preoccupazione degli autisti che operano nei quartieri ritenuti più delicati.

«Il fatto che in così poco tempo si siano verificati due episodi così gravi mostra un clima di insicurezza ormai ingestibile. Gli autisti vengono lasciati soli nei punti più problematici, esposti alla violenza di gruppi che agiscono con totale impunità», denunciano Giuseppe Cavallo e Benedetto Antonucci, rappresentanti del sindacato.

Il SINAI ha inviato una richiesta formale alla prefetta Paola Dessì per la convocazione urgente di un tavolo permanente sulla sicurezza che coinvolga Prefettura, Forze dell’Ordine, dirigenza di Kyma Mobilità e organizzazioni sindacali. L’obiettivo è definire interventi immediati, a partire da una presenza più costante delle pattuglie, controlli mirati nei capolinea considerati più sensibili, un potenziamento della videosorveglianza e un contrasto più incisivo verso i gruppi responsabili delle aggressioni.

Per il sindacato, senza misure strutturali il rischio è che la violenza continui a ostacolare un servizio pubblico essenziale e a mettere in pericolo lavoratori e cittadini.

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