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Taranto

"Non solo ex Ilva, è mattanza sociale con le crisi Semat, Pitrelli e Hiab"

La Fim Cisl denuncia l’escalation di licenziamenti nell’indotto di Acciaierie d’Italia e avverte: “La pazienza è finita, il Governo ritiri il piano di chiusura. Il tempo degli annunci è finito”

L'ex Ilva

L'ex Ilva

TARANTO - Pietro Cantoro, segretario territoriale della FIM Cisl Taranto Brindisi per il settore degli appalti metalmeccanici, lancia un nuovo allarme sullo stato dell’economia ionica, descritta come un territorio attraversato da troppe crisi aziendali e vertenze irrisolte. In apertura richiama la situazione dello stabilimento di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, che definisce il nodo principale da cui dipendono molte delle difficoltà dell’indotto.

Cantoro parla di stabilimenti fermi e cancelli che si aprono sempre più raramente, un silenzio che a suo giudizio fotografa la profondità della crisi industriale. Ricorda poi che il fronte sindacale si presenta compatto nel chiedere al Governo di avviare un confronto immediato. Per la FIM, “il tempo degli annunci è finito” e la richiesta è netta: ritirare il piano di chiusura e garantire un percorso condiviso sulla transizione.

Il segretario insiste sulla necessità di tutelare la continuità produttiva degli impianti, elemento che considera incompatibile con il progetto governativo, ritenuto troppo riduttivo. Le conseguenze, afferma, sono già visibili. Nelle ultime ore è partita la procedura di licenziamento collettivo per 220 lavoratori Semat, cui si sommano le gravi difficoltà che stanno investendo altre aziende dell’appalto e dell’indotto, aggravate dalle continue fermate degli impianti.

Alla lista delle emergenze si aggiunge la comunicazione della società Pitrelli srl, che ha avviato la procedura di licenziamento per cessazione dell’attività al termine dell’attuale periodo di Cassa integrazione straordinaria in scadenza il 13 dicembre. L’azienda, che non intende rinnovare l’ammortizzatore, conta oggi 56 dipendenti, un numero drasticamente ridotto rispetto agli oltre 200 lavoratori presenti in passato.

Cantoro definisce questa fase una “vera e propria mattanza sociale”, denunciando promesse disattese e anni di incertezza che hanno lasciato intere famiglie senza garanzie. Per il sindacato è indispensabile che Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, le istituzioni locali e il Governo assumano “la propria responsabilità sociale”, assicurando occupazione e pieno utilizzo delle maestranze attraverso un confronto stabile e strutturato. Lo stesso Cantoro ricorda che, senza un acquirente e senza risorse aggiuntive per la manutenzione, dal 1 marzo lo stabilimento non avrebbe liquidità per proseguire l’attività, con la conseguenza del fermo totale degli impianti.

Nel comunicato ribadisce anche la posizione della FIM Cisl: non mantenere immutata l’amministrazione straordinaria, ma avviare un forte intervento pubblico, considerato l’unico strumento per garantire una transizione ambientale e sociale credibile, supportata da un tavolo tecnico dedicato agli strumenti di tutela dei lavoratori.

Il 9 dicembre la delegazione sindacale sarà al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per discutere la situazione della Hiab, azienda tarantina attiva nel settore delle gru per il sollevamento e oggi in forte difficoltà. Sono 88 le famiglie coinvolte, mentre la Cigs per transizione occupazionale scade a marzo. Il confronto sarà volto a individuare possibili partner industriali e strategie di reindustrializzazione utili a salvaguardare l’attività.

Cantoro conclude ricordando che il territorio ionico è “devastato” e che ora è il momento delle scelte. La FIM Cisl, assicura, continuerà a mobilitarsi “senza arretrare di un passo”.

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