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Il fatto
08 Dicembre 2025 - 06:15
L'Ateneo di Bari
BARI - Oltre 11 milioni di euro sono stati destinati alle università e ai centri di ricerca della Puglia che hanno ottenuto 9 progetti nell’ambito del terzo bando del Fondo Italiano per la Scienza. Lo annuncia il Ministero dell’Università e della Ricerca, sottolineando che il sostegno economico rientra nel programma nazionale volto a rafforzare la ricerca di base con un taglio particolarmente orientato all’innovazione.
Le risorse riconosciute alla Puglia sono state suddivise tra i tre macrosettori disciplinari previsti dall’avviso. Nel comparto Life Sciences è stato assegnato un finanziamento di 1.540.000 euro, destinato a un progetto sviluppato dall’Università di Bari Aldo Moro. Nell’area Physical Sciences and Engineering l’investimento complessivo supera i sei milioni di euro, con oltre la metà dei fondi attribuita all’Università del Salento, seguita da 1,5 milioni al Politecnico di Bari e 1,2 milioni all’Ateneo barese.
Importante anche la dotazione riservata alle scienze sociali e umanistiche: il settore Social Sciences and Humanities beneficia di 3,5 milioni, cifra che conferma la volontà del ministero di sostenere un ventaglio ampio di discipline.
Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha definito il risultato pugliese “la prova di quanto la ricerca rappresenti un motore essenziale di sviluppo”. Rivolgendosi ai vincitori del bando, ha rimarcato che “le idee ambiziose diventano progetti capaci di aprire nuove strade al futuro grazie al lavoro dei ricercatori, che alimentano ogni giorno l’innovazione del Paese”.
Bernini ha poi ricordato che “il nuovo Fondo unico per la ricerca garantisce maggiore stabilità al sistema”, con procedure più chiare e bandi pubblicati entro il 30 aprile. Per il 2025, ha aggiunto, “le risorse ammontano a 460 milioni, cui si sommano 150 milioni destinati ai Prin, ora a cadenza annuale con una dotazione minima certa”.
Il pacchetto di finanziamenti riconosciuto alla Puglia conferma la vitalità del sistema accademico regionale e si inserisce in una strategia nazionale che punta a rafforzare la competitività scientifica attraverso investimenti mirati e continui.
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