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Taranto
04 Dicembre 2025 - 11:56
Canale irriguo
TARANTO - Il dibattito sul Tributo 630, contributo obbligatorio per i proprietari di terreni e immobili nelle aree servite dalle opere di bonifica, torna al centro delle preoccupazioni del mondo agricolo. Secondo la CIA Agricoltori Italiani Due Mari, sospendere il versamento non rappresenterebbe una soluzione credibile e rischierebbe anzi di creare confusione tra gli agricoltori, spingendoli a scelte sbagliate in un momento già segnato da una crisi profonda del comparto primario.
L’organizzazione evidenzia che l’unica strada percorribile è la rottamazione delle cartelle inviate dai Consorzi di Bonifica, qualora in quella parte di territorio non siano stati eseguiti interventi di manutenzione delle infrastrutture a fronte del pagamento richiesto. Per la CIA, il tema si ripropone ciclicamente perché il tributo è legato ai benefici derivanti dalle opere di bonifica, come la difesa idraulica e la manutenzione dei canali.
La posizione dell’associazione è chiara: i lavori straordinari sulle infrastrutture, abbandonate per decenni, non possono ricadere unicamente sugli agricoltori, ma devono essere sostenuti dal bilancio regionale. Diverso il discorso per la manutenzione ordinaria dei canali adiacenti alle proprietà, per la quale è ritenuto corretto un contributo da parte delle aziende o dei consorzi.
Le recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno stabilito che il tributo è dovuto solo in presenza di un vantaggio diretto e specifico, confermando la complessità di una materia che la politica regionale ha cercato di affrontare con esiti altalenanti. La CIA ricorda che la sospensione o la rottamazione degli avvisi di pagamento non può essere decisa dalle Regioni ma spetta al Ministero dell’Economia e delle Finanze, come previsto dal decreto legge del 24 marzo 2025.
Sulla rottamazione si è registrato di recente un consenso unanime: la Commissione Politiche agricole nazionale, i presidenti di Regione nella Conferenza Stato-Regioni e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida hanno espresso un orientamento favorevole. È questa, per la CIA, la direzione da seguire senza divisioni politiche, per arrivare a una soluzione definitiva e utile alle imprese.
L’associazione ricorda inoltre esempi virtuosi del ruolo dei Consorzi di Bonifica, come gli interventi di pulizia del canale adduttore che dalla diga di San Giuliano, in Basilicata, raggiunge Palagianello per circa 35 chilometri, attraversando i territori di Ginosa e Castellaneta. Si tratta di lavori eseguiti dopo anni di abbandono grazie alla collaborazione tra assessorato regionale all’Agricoltura, Arif Puglia e Consorzio Centro Sud Puglia, più volte sollecitati da CIA Due Mari.
Resta però urgente completare gli interventi di ammodernamento delle infrastrutture, divenute ormai obsolete. In questo senso, l’associazione auspica che le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione possano garantire una svolta, a partire dall’intubamento dei 35 chilometri del canale adduttore, opera ritenuta imprescindibile per il futuro della rete di bonifica.
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