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L'analisi

Astensionismo e crisi della politica: la fuga dal pianeta delle scimmie

Tra accuse interne, crollo dell’affluenza e il futuro dello stabilimento siderurgico, un ritratto duro della Taranto di oggi

Seggio elettorale

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TARANTO - Potremmo chiamarla la fuga dal pianeta delle scimmie...

Nella circoscrizione di Taranto hanno votato quaranta elettori su 100. Nel comune di Taranto solo 33, un terzo degli elettori. Nelle elezioni regionali del 2020 erano stati 50.

Sul pianeta Taranto il voto ormai coinvolge una minoranza di addetti ai lavori più o meno "interessati". Una politica scarsamente rappresentativa del corpo elettorale che si avvantaggia del "meno siamo meglio stiamo" a danno delle Istituzioni.

I pochi rimasti sul campo si contendono il risultato e "la vittoria di Pirro". I cosiddetti vincenti si sono assicurati il futuro dei prossimi cinque anni, i caduti sul campo reagiscono malamente scambiandosi colpe e responsabilità: "Grazie alla tua arroganza la città di Taranto ha perso un consigliere regionale. E quanto all'umiltà non penso tu conosca il significato della parola. Mi unisco a tutte quelle persone che aspettano le tua dimissioni. Credimi sono tante!".

Il consigliere regionale non rieletto del Pdp (passo dopo passo), ha preso male il passo indietro e attribuisce la colpa al neo vicesindaco, del suo stesso partito, dal passo accelerato che ha voluto candidarsi alle regionali. Ora ne chiede la testa!

Il teatrino d'avanspettacolo si svolge sulla scena di una città ferita, arresa e indifferente che assiste passivamente alla morte annunciata della sua fabbrica. Lavorare in quella fabbrica è stata l'aspirazione di alcune generazioni di Tarantini. Quel lavoro ha consentito a molte famiglie di mandare i figli all'università, di comprare la prima e la seconda casa, di vivere una vita dignitosa.

Oggi, la tanto sbandierata decarbonizzazione, molti di quelli che ne parlano non sanno neppure cosa significa, si materializza nello spegnimento totale. Il vero obiettivo perseguito dall'ambientalismo ideologico e da quello opportunista che va dove tira il vento populista...

Pensare ad un territorio condannato a vivere di assistenza dopo aver linciato un insediamento produttivo che distribuiva lavoro e benessere, senza poter tentare nemmeno soluzioni di alleggerimento dell’impatto ambientale, meriterebbe la costituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta per portare alla luce le vere responsabilità e segnalarle ai lavoratori e alla comunità che vedrà cambiare la prospettiva di generazioni che continueranno a lasciare questo territorio senza futuro.

Allora a votare ci andranno solo i pochi superstiti, fragili, bisognosi e vulnerabili al ricatto del: se vuoi sopravvivere devi votarmi...

  Il Camaleonte

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