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Bari

Allarme indebitamento: in aumento le famiglie che rischiano di perdere la casa

Dal 2019 lo strumento dell’affitto-riscatto può salvare gli immobili dall’asta. La Consulta Nazionale Antiusura sostiene un emendamento alla Legge di Bilancio 2026 per renderlo più efficace

Il denaro sequestrato dalla Guardia di Finanza di Bari

Usura

BARI - Il fenomeno delle famiglie e delle piccole imprese travolte dai debiti e costrette a rivolgersi a parrocchie, Caritas e Fondazioni antiusura continua a crescere, alimentato da pignoramenti, aste giudiziarie e mutui non più sostenibili. Sempre più persone perdono la prima casa o l’immobile legato alla propria attività, ritrovandosi schiacciate da debiti che rischiano di accompagnarle per tutta la vita. Non si tratta solo di numeri economici: la perdita dell’abitazione provoca fratture familiari, instabilità emotiva e situazioni di disagio che colpiscono soprattutto i più giovani.

Secondo un recente rilevamento Ipsos, il 14% degli italiani non è riuscito a pagare almeno una rata di un finanziamento, mentre circa il 20% ha accumulato arretrati sulle bollette, in particolare quelle energetiche, esplose negli ultimi mesi. Il disagio coinvolge ormai anche i creditori, come confermato da Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Ifis Banca, che ha richiamato la necessità di strumenti giuridici più efficienti per un recupero crediti sostenibile e rispettoso delle fragilità sociali. Una linea condivisa da diversi operatori del settore.

Tra gli strumenti indicati come più efficaci ci sono le cartolarizzazioni sociali, introdotte dalla Legge di Bilancio 2019, che consentono alle persone sovraindebitate di evitare la perdita della casa tramite la trasformazione del mutuo non pagato in un affitto con riscatto. In pratica, società di investimento dichiaratamente orientate a finalità sociali possono acquistare i crediti legati agli immobili in esecuzione immobiliare e concordare con i proprietari soluzioni alternative all’asta: affitto con riscatto, sospensione della procedura, pagamenti dilazionati. Al termine del percorso, i debiti vengono cancellati, restituendo dignità e stabilità a persone colpite da fallimenti, crisi familiari o perdita di lavoro. Un modello definito “ammortizzatore sociale a rendimento”, capace di coniugare solidarietà e pragmatismo.

Per rendere questo strumento realmente operativo la Consulta Nazionale Antiusura “San Giovanni Paolo II”, che riunisce 35 fondazioni ecclesiali in tutta Italia, ha contribuito alla stesura di un emendamento alla Legge di Bilancio 2026, presentato dalla senatrice Erika Stefani e già ammesso alla discussione parlamentare. La proposta mira ad ampliare e rafforzare il meccanismo delle cartolarizzazioni sociali, che finora – a causa di criticità tecniche e operative – non ha espresso tutto il suo potenziale.

«L’obiettivo è favorire l’utilizzo di questo strumento ed evitare, quando possibile, che le famiglie perdano l’abitazione principale, prevenendo il passaggio dall’indebitamento alla povertà», ha dichiarato Luciano Gualzetti, presidente della Consulta. «Invitiamo i partiti, i parlamentari e tutte le forze politiche impegnate nella giustizia sociale a sostenere questo emendamento. È una norma senza colore politico: difende chi è caduto in povertà a causa dei debiti e offre una via concreta per rialzarsi».

La richiesta ora passa al Parlamento, chiamato a valutare una misura che potrebbe incidere in modo significativo sulla tutela delle persone sovraindebitate e sulla prevenzione delle nuove povertà.

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