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Restituiti 44 reperti archeologici trafugati: appartengono ai periodi etrusco, dauno-apulo e sannitico-campano

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze hanno riconsegnato alla Soprintendenza Bat-Foggia una parte della collezione sequestrata in Toscana: proviene da scavi clandestini e mancava di ogni documentazione sulla legittima provenienza

Alcuni dei reperti archeologici recuperati

Alcuni dei reperti archeologici recuperati

TRANI – Un nucleo prezioso di 44 reperti archeologici torna oggi sotto la tutela dello Stato. I Carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Firenze hanno infatti consegnato alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia una parte significativa di una collezione trafugata negli anni e recuperata nel corso di un’articolata indagine.

L’attività investigativa era iniziata dopo una segnalazione arrivata dalla Soprintendenza Archeologia per le province di Pisa e Livorno, che aveva permesso di individuare 98 reperti conservati all’interno di un’abitazione privata appartenuta a un uomo deceduto. I materiali, privi di qualunque documento che ne attestasse la provenienza lecita, sono risultati frutto di scavi clandestini e di acquisizioni irregolari avvenute nel tempo.

Gli approfondimenti condotti dagli specialisti del TPC hanno permesso di stabilire che i manufatti appartengono a tre distinti orizzonti culturali e cronologici: etrusco, dauno-apulo e sannitico-campano, confermandone l’elevato valore storico e la provenienza diversificata dal punto di vista territoriale.

Proprio sulla base dell’area di origine, 44 dei 98 reperti sono stati definitivamente assegnati alla Soprintendenza BAT-Foggia, ritenuta competente per la custodia e la valorizzazione dei beni collegati al territorio pugliese. La parte restante della collezione è stata riconsegnata alla Soprintendenza di Pisa e Livorno, essendo riconducibile alle aree di competenza toscane.

In una nota ufficiale, i Carabinieri del TPC sottolineano come questa restituzione rappresenti un passaggio essenziale per la tutela del patrimonio archeologico nazionale, ricordando il ruolo decisivo delle norme italiane nel proteggere la memoria storica del Paese e nel contrastare la dispersione dei beni culturali.

Un recupero che, ancora una volta, dimostra l’importanza delle attività investigative nel settore e l’efficacia della collaborazione tra Soprintendenze e Nuclei specializzati dell’Arma.

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