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Taranto

Dissalatore del Tara, svolta storica: approva la variante urbanistica

L’Autorità Idrica Pugliese dà il via libera al progetto da 129 milioni di euro, finanziato anche con fondi Pnrr e Fsc. Prevista acqua potabile per 385 mila cittadini e impatto ambientale ridotto al minimo

Dissalatore

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Ore 17.10 

A distanza di 7 ore dalla prima comunicazione, che si lascia sotto, l'Autorità Idrica Pugliese ha inoltrato una nuova comunicazione ufficiale, a parziale rettifica di quanto già reso noto:

TARANTO – L’Autorità Idrica Pugliese (AIP) ha compiuto un passo decisivo verso il rafforzamento della sicurezza idrica regionale, approvando la variante urbanistica per la realizzazione dell’impianto di dissalazione delle acque salmastre delle sorgenti del Tara.

Un primo via libera al progetto definitivo era arrivato a marzo, con successiva rettifica del 15 aprile, dichiarando la pubblica utilità dell’opera. Ora, con la delibera approvata il 29 ottobre dal Consiglio Direttivo, dopo l’autorizzazione della Regione Puglia al prelievo di acqua superficiale dal fiume Tara destinata al consumo umano, il progetto entra nella sua fase operativa.

L’intervento rappresenta un pilastro del Piano d’Ambito 2020-2045 e del Piano degli Interventi 2024-2029 dell’AIP, e viene riconosciuto come opera essenziale per fronteggiare la crisi idrica e rafforzare la resilienza dell’intero sistema regionale. Il dissalatore sarà interamente finanziato con risorse pubbliche, per un investimento complessivo di 129 milioni di euro, provenienti da diverse fonti: 27,5 milioni dal PNRR, circa 70 milioni dai Fondi di Sviluppo e Coesione e il resto dai Proventi Tariffari Residuali.

Secondo l’AIP, il nuovo impianto rappresenta una risposta concreta e sostenibile al fabbisogno idrico dell’area di Taranto e dell’arco ionico-salentino, territori oggi fortemente dipendenti dallo schema extraregionale Sinni-Pertusillo. Una volta operativo, il sistema migliorerà la resilienza idrica a beneficio di circa 385 mila cittadini.

Dal punto di vista tecnico, il progetto punta a ridurre al minimo l’impatto ambientale grazie all’utilizzo di acqua salmastra prelevata da fonti già esistenti, senza nuove opere di captazione. L’acqua potabilizzata verrà convogliata al serbatoio di Taranto, nodo cruciale della rete AQP, attraverso una condotta lunga 14 chilometri realizzata con tecnologie no-dig, che non prevedono scavi a cielo aperto.

Anche il trattamento delle acque residue è stato progettato in modo sostenibile: la salinità sarà simile a quella del Tara e inferiore a quella marina, e le acque saranno restituite al mare tramite una condotta di 4,5 chilometri, garantendo piena compatibilità ambientale.

Il presidente dell’AIP, Gianluca Vurchio, ha sottolineato l’urgenza e l’indifferibilità dell’intervento, anche in relazione al livello massimo di severità idrica dichiarato per il comparto potabile. “Il dissalatore del Tara è la soluzione migliore per garantire resilienza e autonomia idrica a Taranto e a tutto l’arco ionico-salentino – ha dichiarato –. La concessione trentennale rilasciata dalla Regione rappresenta l’ultimo tassello necessario per procedere con un’opera da oltre 129 milioni di euro, strategica per la Puglia. Questo atto sancisce la certezza della risorsa e ci permette di rispettare i rigidi cronoprogrammi del PNRR, assicurando il futuro idrico del territorio”.

Vurchio ha ribadito l’impegno dell’AIP a realizzare i lavori nel pieno rispetto della compatibilità ambientale, evidenziando che la dissalazione di acqua salmastra comporta consumi energetici inferiori rispetto a quella marina e che saranno effettuati monitoraggi ambientali costanti insieme a interventi di tutela delle specie arboree.

L’opera, destinata a diventare uno dei cardini del sistema idrico pugliese, rappresenta un investimento strategico di lungo periodo che, secondo l’AIP, assicurerà una gestione sostenibile delle risorse e un approvvigionamento stabile anche nei periodi di crisi idrica, confermando la Puglia tra le regioni italiane più avanzate sul fronte della pianificazione e della sicurezza dell’acqua.

Ore 10.00

TARANTO – Un passo decisivo verso la sicurezza idrica della Puglia. L’Autorità Idrica Pugliese (AIP) ha approvato in via definitiva il progetto del dissalatore del Tara, un impianto destinato a garantire l’autonomia idrica di Taranto e dell’arco ionico salentino, territori oggi fortemente dipendenti dagli approvvigionamenti extraregionali.

L’opera, identificata con il codice P1103, rientra tra gli interventi strategici del Piano d’Ambito 2020-2045 e del Piano degli Interventi 2024-2029. Si tratta di un investimento pubblico da 129 milioni di euro, interamente finanziato attraverso una combinazione di fondi Pnrr (27,5 milioni), Fondi di Sviluppo e Coesione (circa 70 milioni) e Proventi Tariffari Residuali.

La delibera approvata dal Consiglio Direttivo dell’AIP il 29 ottobre 2025 arriva dopo l’autorizzazione regionale al prelievo di acqua superficiale dal fiume Tara, destinata all’uso potabile. Già a marzo, con una prima variante urbanistica, era stata dichiarata la pubblica utilità dell’intervento.

Secondo i tecnici dell’AIP, il dissalatore rappresenta una soluzione strutturale e sostenibile contro la crisi idrica, destinata a migliorare la resilienza dell’intero sistema pugliese e a garantire una fornitura stabile a 385 mila persone. L’impianto utilizzerà acqua salmastra proveniente da prese esistenti, evitando nuove opere di captazione e riducendo così l’impatto ambientale.

L’acqua potabilizzata sarà inviata al serbatoio di Taranto, uno snodo fondamentale della rete AQP, attraverso una condotta di 14 chilometri realizzata con tecnologia no-dig, che non richiede scavi a cielo aperto. L’acqua residua, con salinità simile a quella del Tara e molto inferiore a quella marina, sarà invece restituita al mare tramite una condotta sottomarina di 4,5 chilometri, garantendo la piena compatibilità ambientale.

“Il dissalatore del Tara – ha dichiarato il presidente dell’AIP, Gianluca Vurchio – è la migliore risposta alla crescente severità della crisi idrica, ormai classificata a livello massimo anche per il comparto potabile. Non è solo un’infrastruttura, ma un investimento strategico per la resilienza e l’autonomia idrica dell’intera area ionico-salentina. L’autorizzazione trentennale concessa dalla Regione Puglia ci consente ora di procedere rapidamente verso la realizzazione”.

Vurchio ha inoltre sottolineato che l’opera sarà portata avanti nel pieno rispetto dell’ambiente, con particolare attenzione alla tutela delle specie arboree e all’attivazione di monitoraggi costanti durante i lavori. La scelta della dissalazione di acqua salmastra, rispetto a quella marina, consente anche una notevole riduzione dei consumi energetici.

Con l’approvazione definitiva del progetto, la Puglia compie un passo storico nella gestione delle proprie risorse idriche, rafforzando la sicurezza di un territorio sempre più esposto agli effetti del cambiamento climatico e della scarsità d’acqua.

Il dissalatore del Tara si candida così a diventare una delle opere più significative del PNRR in ambito ambientale, simbolo di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e di autonomia per l’intera regione.

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